PATUELLI E GIORGETTI, PROVE DI DIALOGO SUI MUTUI A TASSO VARIABILE

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Il vertice di ABI: l’allungamento dei prestiti non a tasso fisso è già ora una possibilità, che le leggi vigenti ci consentono nei confronti solo dei mutuatari in regola con le rate. Serve una maggiore elasticità delle norme a cui dobbiamo ricondurre l’operato delle nostre Banche

Il Ministro dell’economia: appare indispensabile addivenire a un accordo che preveda l’opzione di allungare le scadenze degli affidamenti, così da ripartire il loro onere e assicurare rate mensilmente meno onerose.

Il presidente Abi ha comunicato, nel corso dell’assemblea generale dell’associazione bancaria italiana, la propria disponibilità a un allungamento dei piani di ammortamento dei prestiti alle famiglie, invocando allo stesso tempo una maggiore flessibilità normativa da parte della UE, per venire incontro a quei soggetti mutuatari involontariamente non in regola con i pagamenti delle rate, e una revisione del sistema di tassazione nazionale del settore creditizio in Italia, chiamato a farsi carico di una imposta societaria Ires maggiorata di tre punti e mezzo e di una tassazione molto elevata sui dividendi degli azionisti, circostanza quest’ultima che penalizza altresì le fondazioni di origine bancaria.

Il ministro leghista del Governo Meloni, titolare delle deleghe su economia e finanze, nonché titolare del potere di emissione di quel debito pubblico sottoscritto ovvero collocato proprio dal settore bancario, com evidenti effetti calmieratori sulla struttura degli oneri finanziari a carico dello Stato e quindi di tutti noi contribuenti, ha richiesto, ottenendo attestazioni molto favorevoli di disponibilità dagli interlocutori di ABI, un intervento sistemico volto a conseguire un allungamento della durata media dei mutui contratti a tasso variabile, affinché la rata mensile media non abbia a subire variazioni e cali il rischio di classificare in sofferenza, ai sensi delle rigide regole europee, un più alto numero di crediti in corso.

L’esponente del potere esecutivo, che con il proprio vice Maurizio Leo sta portando in approvazione parlamentare il disegno di legge delega di riscrittura organica del sistema tributario – di cui fanno parte la revisione delle aliquote Ires e delle percentuali di tassazione delle rendite finanziarie – ha inoltre rinnovato il proprio appello a che venga progressivamente ridotto il differenziale fra il margine di interesse conseguito dalle banche sui prestiti erogati, e quello praticato sui depositi e sui conti correnti presso cui vengono conferiti i risparmi della clientela soprattutto familiare, al fine di contribuire anche per tale via a fare sollievo ai ceti medi e alle categorie reddituali più vulnerabili falcidiate da un ancora elevato tasso di inflazione di base.

Giorgetti ha inoltre puntualizzato le cifre più che lusinghiere a valere sul fronte del rilascio e della concessione di garanzie pubbliche statali, erogate per il tramite del fondo ministeriale per le PMI ovvero attraverso la SACE, che dalla prima ondata pandemica a oggi, passando dagli effetti recessivi della guerra russa in Ucraina, hanno permesso di attivare e mobilitare molte decine di miliardi di euro per la migliore accessibilità delle famiglie e delle giovani coppie ai mutui prima casa, per il sostegno alle dinamiche esportatrici e di internazionalizzazione delle imprese, per il contrasto ai rincari intervenuti nell’acquisizione dei fattori produttivi, del capitale circolante e dei servizi energetici.

Patuelli ha tenuto a ricordare il contributo delle Banche sia alla attenuazione degli oneri per il bilancio dello Stato, in virtù del significativo stock di BTP incamerati e conservati nei bilanci degli istituti di credito in maniera paziente e anticiclica, sia alla garanzia di continuità dei finanziamenti liquidi a famiglie e imprese nonostante e malgrado condizioni macro economiche meno favorevoli che in passato e rese ulteriormente più austere dalle scelte inevitabilmente restrittive della BCE di Francoforte tanto sui tassi di riferimento, alla base del rincaro del costo del denaro, quanto sul progressivo disimpegno della Banca centrale europea nei confronti dei programmi di acquisto massivo dei titoli obbligazionari soprattutto pubblici.

All’assemblea generale di Abi è altresì intervenuto il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il quale ha consegnato alla platea delle autorità il proprio intervento di congedo al vertice di Via Nazionale, in considerazione della scadenza del secondo mandato non rinnovabile alla guida di palazzo Koch, aspettando l’insediamento del successore designato Fabio Panetta: secondo Visco, il ritardo degli istituti di credito retail, nell’adeguamento al rialzo dei tassi praticati sui depositi e sui conti correnti attivi della clientela risparmiatrice, sarebbe da ricondurre alle condizioni di abbondante liquidità che hanno disincentivato la competizione fra Banche nel miglioramento delle condizioni economiche da offrire ai depositanti, ma adesso questo scenario sta cedendo il passo a un altro più favorevole a chi decide di affidare i propri risparmi a un conto corrente.

Inoltre, il Governatore Visco ha confermato le proiezioni che indicano un livello di crescita del PIL su base media annua superiore all’uno per cento, con la prospettiva che tale andamento si possa stabilizzare anche lungo il biennio a venire, cioè nel corso dei successivi 24 mesi, in accompagnamento al percorso di attuazione e messa a terra dei progetti finanziabili dal Pnrr.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI