C’è qualcosa di nuovo, anzi di antico, che si muove nella grande galassia cattolica: anche alla luce del “ciclone laico” portato da Elly Schlein, tornano le voci e le spinte di chi pensa ad un impegno più attivo in politica di tutto quell’articolatissimo mondo
Un segnale forte di questo fermento parte oggi a Roma dalla sede dell’Istituto Sturzo, dove si riuniscono due delle “teste” più pensanti della recente storia italiana – il fondatore del Censis Giuseppe De Rita e l’ex presidente del Consiglio e della Consulta Giuliano Amato – e assieme a loro due storici come Agostino Giovagnoli e Paolo Pombeni; l’arcivescovo Vincenzo Paglia, uno degli artefici della Comunità di Sant’Egidio; Gennaro Acquaviva, uno dei protagonisti della revisione del Concordato del 1984.
Si riuniranno per discutere di questi temi, partendo da un luogo evocativo: “Ripensare Camaldoli. L’indispensabilità di un impegno grande dei cattolici”. Camaldoli inteso come uno dei momenti che – a guerra mondiale ancora in corso – precedettero la nascita della Dc, che si sarebbe poi rivelato il partito egemone del primo dopoguerra e lo sarebbe restato per 50 anni.
Spiega Gennaro Acquaviva, presidente dell’Associazione Socialismo, già dirigente delle Acli e del Movimento politico dei lavoratori di Livio Labor: “E’ fuori di dubbio che la legittima affermazione nel Pd di una leadership come quella di Elly Schlein sta riproponendo vecchi interrogativi a tutto un mondo, nel quale sta crescendo il disagio. Si tratta di capire se ci siano le condizioni per un nuovo impegno in politica. Quindi non solo predicare, ma praticare alcuni valori attraverso l’attivazione di una nuova classe dirigente, che parta da esperienze solidali e generose come quelle del Terzo settore, di Sant’Egidio, della Caritas, dell’Azione cattolica, di tante altre realtà, a cominciare anche dalla rete di quasi 30mila parrocchie. Una forza in grado di fare la differenza, di rimettere nel circuito una politica solidale, preparata, segnata da un impegno civile, ovviamente non clericale”.
Di questo si discuterà all’Istituto Sturzo e anche delle proposte operative che potrebbero supportare un eventuale nuovo impegno: ad esempio una Fondazione che, col sostegno attivo della Cei, sia in grado di preparare una nuova classe dirigente, migliaia di quadri capaci di attivare liste civiche, una presenza cattolica visibile e “tangibile” nell’ universo della politica italiana.
(FABIO MARTINI – lastampa.it)



