Per gli amanti dell’enoturismo è nata la vendemmia turistica

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Turismo esperienziale – Gli enoturisti da quest’anno possono aggiungere un’esperienza speciale e diretta partecipando alla vendemmia, entrando nel vivo della cultura e della coltura vinicola

L’enoturismo in Italia è una realtà che coinvolge oltre 14 milioni di persone, un trend in crescita e un’offerta di proposte esperienziali che vanno dai tour alle degustazioni, il tutto all’insegna del relax tra vigne e cantine.

Periodo giusto per la vendemmia, antico rito della coltivazione della vite risalente al tempo dei Romani che ha oggi assunto una nuova dimensione con l’introduzione della vendemmia turistica. Questa innovativa forma di turismo consente agli appassionati di vino di immergersi nelle tradizioni vitivinicole, raccogliendo personalmente l’uva e partecipando a un’esperienza unica di carattere culturale e ricreativo.

Sono molte le Regioni che potranno godere di questa novità, favorendo così l’economia del territorio e sviluppando la proposta enoturistica. Il periodo di raccolta dell’uva inizia generalmente 30-70 giorni dopo l’allegagione, quando gli acini cambiano colore dal verde al giallo (per le varietà bianche) o rosso porpora (per le varietà rosse). In questa fase si ha normalmente un aumento degli zuccheri e una diminuzione degli acidi all’interno dei frutti.

Ora grazie ad un protocollo di intesa sottoscritto dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dall’Associazione Nazionale Città del Vino è stata finalmente regolamentata la cosiddetta vendemmia turistica, esperienza coinvolgente e formativa che le cantine italiane possono proporre ai loro visitatori.

Per vendemmia turistica – si legge nell’accordo- si intende l’attività di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, a carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e correlata al soggiorno in strutture ricettive del territorio e alla visita e degustazione delle cantine locali nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato.

“La vendemmia turistica è una pratica che è stata già sperimentata in passato in diverse regioni italiane ma che non aveva, tranne che in Piemonte e in Friuli Venezia Giulia, una regolamentazione – ha dichiarato Angelo Radica, Presidente dell’Associazione Città del Vino – Lo scorso 12 luglio abbiamo sottoscritto un protocollo che disciplina in maniera organica e puntuale lo svolgimento della vendemmia turistica, dando la possibilità alle imprese enologiche e alle cantine di ospitare turisti per farli vendemmiare in un appezzamento ben identificato, utilizzando abbigliamento e calzature adatte. Questa è una grande opportunità che abbiamo offerto alle aziende perché per gli enoturisti poter toccare i grappoli, raccoglierli, vedere come vengono pigiati è un’esperienza molto attesa e apprezzata”.

Durante le attività in vigna i turisti saranno seguiti da tutor aziendali con specifica formazione che vigileranno sul rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza.

Per un’azienda vinicola sperimentare e avviare la vendemmia turistica è molto semplice: basta una e-mail o una Pec, e caricare le informazioni sul portale del SUAP di ogni comune indicando il numero, i nominativi e il numero della polizza delle persone che parteciperanno alla vendemmia.

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