L’allarme per la peste suina cresce anche nel livornese. Secondo Coldiretti, il virus, trasmesso dai cinghiali, minaccia i quasi 200 allevamenti della provincia, cuore della produzione di prosciutto toscano e cinta senese Dop
Dopo i nuovi casi in Garfagnana e l’estensione delle zone di restrizione a 43 comuni in tre province, il rischio di contagio si fa sempre più concreto. Gli allevatori, che hanno protestato a Lucca, sono preoccupati per le possibili perdite e l’obbligo di abbattimento dei capi infetti e per questo chiedono interventi urgenti. Coldiretti Livorno sollecita un cambio di passo alla Regione per evitare danni devastanti a un settore che, solo per le Dop, vale 50 milioni di euro.
“Il contagio – sottolinea la Confederazione – è geograficamente ancora lontano dalla territorio livornese ma la sua corsa, verso Sud, complice il numero fuori controllo dei cinghiali e le insufficienti misure di prevenzione e contenimento, a partire dagli abbattimenti, fanno presagire il peggio.
Gli ultimi casi rilevati a piazza al Serchio in Garfagnana e l’inserimento anche di Abetone Cutigliano tra i comuni in restrizione, hanno allargato moltissimo l’area epidemiologica.
Uno sviluppo preoccupante che ha costretto il commissario straordinario nazionale Filippini a predisporre una specifica ordinanza per la Toscana purtroppo oggi quasi o totalmente disattesa dalle istituzioni regionali che avrebbero dovuto prendere in carico l’emergenza”.



