Peste Suina, Lollobrigida: rafforzare premi per aziende virtuose che rispettano standard di biosicurezza

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L’iniziativa promossa dalla presidenza ungherese nasce per stimolare una riflessione su possibili soluzioni per mitigare l’impatto delle malattie animali e delle conseguenti misure restrittive imposte ad allevatori e filiere dei territori colpite.

Mi riferisco in particolare alla peste suina africana che in Italia stiamo affrontando mettendo in campo misure straordinarie che coinvolgono oltre al Ministero dell’Agricoltura, i Ministeri della Salute, dell’Interno, della Difesa e delle Infrastrutture Stradali, oltre ovviamente le Regioni.

La strategia su cui stiamo investendo in ingenti risorse, umane, strumentali e finanziarie, concordata con la Commissione, si basa su un piano che è stato riconosciuto anche qui a Bruxelles come serio e credibile, le cui azioni fondamentali possono essere così riassunte: contenimento della popolazione degli ungulati, dei cinghiali, nelle zone soggette a restrizione attraverso la realizzazione di robuste barriere fisiche, depopolamento dei cinghiali ai fini dell’eradicazione della malattia, sorveglianza epidemiologica nei suini domestici e nei cinghiali selvatici, potenziamento delle misure di biosicurezza negli allevamenti.

Oltre ai costi necessari per l’eradicazione della malattia, occorre considerare che le misure di controllo previste dalla legislazione europea in materia di salute animale provocano un onere importante soprattutto per gli allevamenti di suini che si trovano in zone soggette a restrizioni senza essere direttamente colpiti dalla peste suina africana.

Diventa quindi prioritario rafforzare i meccanismi premiali per le aziende virtuose che dimostrano di rispettare gli standard di biosicurezza, far sì che tali aziende, anche se in zone di restrizione, possano continuare a svolgere la propria attività allevatoriale.

Inoltre, occorre consolidare le conoscenze scientifiche con l’obiettivo di ampliare la lista dei prodotti sicuri per il commercio. Per questo è necessario investire in ricerca sul tema dei trattamenti inattivanti. Non ultimo è essenziale continuare a dialogare con i paesi terzi per promuovere il sistema delle garanzie sanitarie europee e prevenire l’insorgere di barriere ingiustificate nel commercio internazionale.

Per quanto riguarda infine la Bluetongue ritengo necessario promuovere un approccio coordinato alla vaccinazione e intensificare gli sforzi per assicurare la disponibilità di vaccini a livello europeo. Credo che sia stato corretto l’abbinamento tra il benessere animale e gli interventi di natura sanitaria per riuscire a garantire un complesso e un’azione con una visione strategica che da questo punto di vista possa, come Esteban sottolineava, prevenire con costi inferiori rispetto al curare successivo con costi obiettivamente difficilmente sostenibili“.