L’Unione Europea è molto vicina a completare le procedure per l’approvazione dell’agenda di riforme, che i Paesi dei Balcani occidentali hanno presentato, come condizione per beneficiare del pacchetto del Piano di assistenza finanziaria, per un importo di complessivi 6 miliardi euro destinati a interconnettere e a integrare fra di loro i mercati degli Stati che compongono la penisola d’oltre Adriatico: Albania, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Serbia
La Commissione competente in materia di IPA (Strumenti di preadesione) ha accordato il proprio consenso finale, l’11 ottobre scorso, solo a 5 dei 6 Paesi che hanno presentato programmi di riforma e di crescita. L’unico Stato della regione che non può ancora accedere all’approvazione dell’agenda è la Bosnia-Erzegovina, poiché il documento inviato da Belgrado a Bruxelles era incompleto e non ricettivo di tutti i suggerimenti forniti dalla Commissione europea.
Per i restanti 5 Paesi, la decisione attuativa sarà ratificata il 16 ottobre e, in questo modo, Bruxelles sarà pronta a effettuare i primi pagamenti derivanti dal pacchetto. Prima di ciò, gli Stati beneficiari dovranno firmare e ratificare gli accordi nei rispettivi Parlamenti nazionali, perché 2 miliardi di euro saranno denaro a fondo perduto, mentre gli altri 4 consisteranno in prestiti agevolati.
Realisticamente, le erogazioni delle rate iniziali potrebbero essere eseguite in avvio di 2025. L’idea della UE è che a tutti i Paesi, estensori dei programmi di riforma e crescita così autorizzati, venga assegnato in “prefinanziamento” un importo pari al 7 per cento dei fondi loro dedicati.
Con questo pacchetto, l’UE mira a sostenere la crescita economica dei paesi della regione e, in questo modo, ad accelerare il processo della loro integrazione europea.
In base alla proiezione stilata dai tecnici di Bruxelles, l’Albania potrà beneficiare in totale di 922 milioni di euro, di cui 64,5 milioni a titolo di “prefinanziamento”.
Va ricordato che il Piano mira a promuovere la cooperazione regionale e lo sviluppo del mercato comune, che verrebbe gradualmente integrato in quello dell’Unione europea, così da facilitare l’adesione dei Balcani occidentali alla stessa rendendo fin d’ora tangibili i benefici ai loro cittadini.
Le condizionalità richieste da Bruxelles a ciascuno degli Stati coinvolti hanno a che vedere con lo Stato di diritto, il controllo finanziario e un’adeguata verifica degli standards europei, mentre nel caso del Kosovo e della Serbia una condizione specifica è l’impegno alla normalizzazione delle relazioni tra Pristina e Belgrado.
Finora si tratta del Piano speciale più ambizioso dell’Unione europea per i Paesi della regione, che non fa parte dei mezzi ordinari degli strumenti di preadesione (IPA), che sono dedicati ai Paesi del processo di allargamento, compresi quelli del western Balkans.



