Il Premier in dialogo con il Preside dell’ateneo dell’università Europea di Tirana, Prof. Selami Xhepa: “Grazie a queste risorse addizionali, l’incidenza pro capite per abitante degli aiuti equipara i nostri concittadini a quelli dell’Unione. Abbiamo vinto la sfida con il nostro passato, adesso dobbiamo vincerla nei confronti del nostro futuro”
Il Presidente del Consiglio dei Ministri esprime il proprio rammarico unicamente per la circostanza che sia stata necessaria la guerra russa in Ucraina per indurre le autorità di Bruxelles a imprimere una netta accelerazione al cammino di integrazione e adesione dell’Albania alla UE, cammino nel quale il Paese, nonostante il proprio impegno riformatore, è stato più di una volta “tenuto in ostaggio” dal veto incrociato di alcuni Stati membri nei confronti di altre Nazioni della regione dei Balcani occidentali, il che ha causato più di una frustrazione all’interno di un Popolo collocato fra i più europeisti in assoluto: “Era frustrante, nella fase precedente, dover andare a Bruxelles come rappresentanti di uno Stato innamorato dell’Europa unita ma i cui abitanti non erano trattati al pari di quelli di qualsiasi altro Paese aderente”
Considerazioni a cui si è associato il Professor Xhepa, che si è soffermato su alcune tappe fondamentali dell’economia e sulle prospettive di sviluppo nazionale nei confronti del resto dell’Unione. L’alto accademico, in particolare, ha tracciato un paragone con il livello di produzione di beni e servizi oggi nel Paese delle Aquile, in comparazione con quello che può essere definito come “anno di punta” del vecchio regime isolazionista prima del suo definitivo crollo implosivo, ossia il 1986, prendendo come indicatori cifre testimonianti il cambiamento epocale.
“Solo dal lato dell’economia, nel 1986 producevamo due miliardi equivalenti di dollari di beni, oggi ne produciamo per un controvalore di 23 miliardi. Abbiamo iniziato la transizione con 360 dollari pro capite, quest’anno secondo i dati di bilancio abbiamo più di 10.000 dollari pro capite. Se ci misuriamo con il passato, abbiamo vinto la battaglia; la sfida è che dobbiamo adesso vincerla con il futuro. In termini comparativi con la fase precedente, abbiamo compiuto un salto epocale; oggi questo balzo deve assumere come standard di traguardo finale gli indicatori medi della UE, nella prospettiva di un graduale ma sempre più progressivo accorciamento delle distanze con i Paesi nostri Partners nella fase di integrazione nei mercati comunitari che partirà subito grazie al Piano straordinario di aiuti approvato dalla Commissione”.





