PIOGGIA E NEVE, CUNEESE ISOLATO NEL VENTUNESIMO SECOLO

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Può sembrare un paradosso, ma nell’arco dello stesso giorno la provincia locomotiva del Piemonte ha dovuto alzare una doppia bandiera bianca, nel silenzio più totale delle istituzioni regionali e nazionali, di fronte a un incidente fra due camion sulla Provinciale 7 – unica via di accesso all’ospedale unico collinare di Alba Bra a Verduno – e davanti alla previsione di alcuni centimetri di neve che hanno indotto a sospendere la circolazione ferroviaria lungo il tratto fra Cuneo e Limone

Lunedì nero tenebra per la provincia di Cuneo, la “Baviera” industriale del Piemonte e del Nord Ovest d’Italia, che produce e assemblea treni di ultima generazione per mezzo mondo ma che, nello stesso tempo, deve cancellare il trasporto su rotaia sulle linee locali di fronte alla “minaccia” di alcuni centimetri di neve nella zona pedemontana della mitica “Granda”.

L’incidente fra mezzi pesanti che ha precluso l’accesso all’ospedale unico di Alba Bra in cima alla collina di Verduno 

In parallelo, praticamente negli stessi minuti, nella zona di area vasta di Langhe e Roero, dove sul colle più alto a Verduno domina l’ospedale di Alba Bra aperto in occasione della gestione dell’emergenza pandemica del 2020/21, sulla strada provinciale numero 7 uno scontro fra due mezzi pesanti ha di fatto creato un muro quasi invalicabile fra il raggiungimento del nosocomio, vera Cittadella della salute nei luoghi narrati da Arpino, Pavese e Fenoglio, e la numerosa utenza sanitaria che quotidianamente, e non senza disagio, si sposta con l’utilizzo di auto private, costosi taxi e mezzi pubblici di linea su gomma.

Si dirà: a fine anno, verrà celebrata l’ennesima passerella istituzionale sull’ultimo tratto e miglio di autostrada Asti/Cuneo, all’altezza del territorio di Bra, Cherasco e Ospedale “Michele e Pietro Ferrero”, destinato ad assorbire soprattutto il traffico pesante, destinando la viabilità ordinaria, delegata alla Provincia e ai Comuni, al pendolarismo sanitario. È l’auspicio di tutti, ma non è scontato che accada, o per lo meno che succeda subito.

La domanda sorge lecita: perché si preferisce sospendere la circolazione ferroviaria in zona pedemontana in presenza di un “allarme neve”? È la presa d’atto della circostanza che non si procede più alla manutenzione ordinaria dei binari e del materiali rotabile? Ma allora, in tal caso, perché la Giunta regionale di centrodestra continua ad applicare tariffe indicizzate al costo della vita, quindi anche di quanto serve alla messa in sicurezza, se poi la circolazione deve essere sospesa per preventive ragioni di sicurezza obbligando studenti e pendolari a restare a casa o a utilizzare mezzi privati ancora più rischiosi?

Ci auguriamo che qualcuno, di competenza e lautamente retribuito per rappresentare la “Baviera del Piemonte” in Regione e a Roma, cerchi di rispondere a questa inevitabile domanda. Perché sui social media, e in maniera molto garbata, sempre più cittadini iniziano a chiederselo.

AZ