Pittura e musica, una doppia arte per un connubio vincente

0
81

Laura Antonietti interpreta cineticamente l’arte: oggi propone l’Inno di Mameli sulla tela!

COASSOLO (TO) – Fra i molti e bravi artisti che operano nelle Valli di Lanzo, oggi abbiamo scelto e vi parliamo di una tra i più creativi: Laura Antonietti. Conosciamo e seguiamo questa artista da oltre 20 anni ed ogni volta che la ritroviamo non finisce mai di stupirci per le sue offerte di novità, varietà e ricerche e sperimentazioni effettuate.

Ad ogni mostra c’è un nuovo aspetto o particolare interessante, una novità, un’idea originale che ci attira e coinvolge oltre che incuriosisce. Così è accaduto nella sua ultima esposizione di dicembre (sabato 14 e domenica 15) nel suo atelier-laboratorio di Coassolo.

Fra le tante “cose nuove” – alcune ancora in corso d’opera: una grande pala, quadri sulle montagne, ed altri nuovi ma dal sapore d’antico e classicità: paesaggi e ritratti vari… – siamo rimasti positivamente e piacevolmente sorpresi dalle 18 + 13 piccole opere (18×24 cm) che sono un felice incontro tra due componenti d’arte: la musica e la poesia, che propongono 31 graziosi omaggi alla musica; le prime in acquerello dedicate all’Inno di Mameli, Fratelli d’Italia (una parte delle note principali), le seconde agli strumenti musicali ed ai loro esecutori (resine su plexiglass) tutte esponibili anche in esterni senza paure delle intemperie.

La raccolta “Mameli” è una serie di quadri colorati con gusto ed attenzione, delicati e semplici, con un rigo di pentagramma, recanti alcune note “immerso” in un paesaggio rilassante; la seconda raccolta di “Musicisti” è anch’essa una serie di figure stilizzata viste in controluce molto espressive mentre suonano il loro strumento.

Tutte le opere – osservate oggi – sono state create per due esposizioni che si terranno a Lanzo Torinese nel prossimo luglio 2025 – serate musicali – e in settembre per una personale dell’artista.

Nel 2017 c’era già stata una manifestazione musicale a Lanzo Torinese, molto seguita, “Jazz around the clock” e l’artista anni fa aveva già creato una serie di acquerelli – ovvero musica in libertà – fini creazioni su tematiche musicali, molto leggere e gradevoli, ed ecco oggi un “’espansione” di quell’idea, altrettanti opere di piccole dimensioni con acquarelli e resine, un tocco di classicità su un supporto di policarbonato, modernità.

Ma la produzione artistica di questa artista non ha mai conosciute soste.

Dai “lantoni” – sua opera brevettata ormai vari anni fa – ha sempre seguito una teoria molto specifica di tipo teoretico (sia nel senso della conoscenza generica, e sia nel senso della conoscenza della realtà) sul triduo uomo/natura/universo molto rigorosa e perfezionista che abbina a sempre nuove sperimentazioni su nuove materiali; non solo olio ed acrilico, matita e acquerelli, pastelli, acqueforti, ma anche con nuovi colori e resine, forex, plexiglass, policarbonati (collaborazione con ditte specializzate)… Così nascono le sue “creature” fra classicismo e modernità, in grandi, medie e piccole dimensioni, come i “natalini”, “ i valentini”, “lo zodiaco”, oggi anche “i musici”.

Tra gli altri meriti di resistenza e durata anche per esterni, il policarbonato ed il plexiglass sono anche simbolo di durezza, resistenza, purezza e trasparenza alla luce, che moto fanno nell’arte.

A ben osservare l’insieme del suo creato (lantoni, fuori cornice, piccole installazioni, ieri forex e vernici protettive oggi plexiglass e policarbonati …), Laura interpreta cineticamente l’arte. Ci spieghiamo meglio.

Ogni creazione artistica è generalmente fissa, di per se statica ed immobile nella sua fisicità; L’Antonietti ha cercato coi suoi cambiamenti di renderla vivace, mobile e partecipe del mondo che cambia e varia continuamente. Le sue opere con il movimento e la luce che cambia rendono sempre diverse le sue creazioni. Inoltre quella mobilità e quei dinamismi ci appaiono come consigli, messaggi inviati all’Uomo con i quali sembra avvertirli – avvertirci tutti – “Attenti alla prima impressione, non fidatevi di ciò che appare e vedete con gli occhi, nella vita tutto cambia o può cambiare, la realtà è mutevole, l’apparenza può ingannare!”

Ci sono quadri che si ammirano solo, ed altri che oltre a farsi ammirare “operano”, si insediano dentro di noi affondando le radici nel dialogo interiore, e producono nuove idee, sensazioni … cambiamenti che non fanno mai male.

I tre principali particolari dell’arte di Laura che sottolineiamo e ci sentiamo di indicare come elementi interessanti di osservazione in ogni sua opera sono: il gesto, l’atto del pennello – poco descrittivo e molto espressivo – la fantasia delle forme elaborate e create con attenzione e quel magnifico gusto del colore che integra ed armonizza equilibratamente ogni sua creazione.

Pittrice, pittoscultrice, creatrice di cromomateriche, difficile classificarla, circoscrivere con una definizione la sua complessa varia attività professionale operante nel creativo con “essenze” più che apparenze dell’osservato; pure il suo pensiero è semplice al riguardo: “Un certo tipo di arte concettuale con i suoi contorti sofismi purtroppo spesso non rispetta né le cose e la loro natura né tanto meno le persone, e ciò non mi pare giusto. Ritengo che la semplicità comunicativa ed espressiva – in un artista che voglia comunicare con l’osservatore delle sue opere – non vadano mai trascurate”.

Ogni soggetto artistico vive un parallelismo reattivo e comportamentale attraverso il quale opera così nella vita come nell’arte, essendo quasi impossibile scindere le due cose. Una decina di anni fa prevedemmo per Laura un percorso di lavoro – molto comune tra i creativi – che dal classico minuzioso iconico l’avrebbe portata all’informale (forse astratto).
Oggi constatiamo che ci siamo sbagliati.

L’arte di Laura Antonietti – donna madre e pittrice – si è evoluta, ed è cresciuta in un classico/moderno che ha, sì, ridotto e semplificato le forme ricercando l’essenzialità brancusiana ma non ha raggiunto l’elementarietà (gli elementi essenziali) di quelle forme e colori della chiesa e dell’albero di Mondrion semplicemente perché i suoi valori personali di vita, classici, sono saldissimi: dovere, famiglia, lavoro … pur concedendo qualche minuzia alla modernità.

Spesso si fermata a pensare al suo tempo ed all’ambiente in cui vive e – conscia del concetto che ognuno deve fare la sua parte tra gli artisti, per una società migliore – ha deciso di non far morire in noi ed i nostri figli le briciole (o i tozzi) di creatività che sono in ogni individuo, facendo nascere, da alcuni anni (2000), un “Laboratorio d’Arte” in cui si impara, crea, ci si confronta.

Ancora più difficile (è molto lungo) descrivere il suo curriculum espositivo, i suoi premi ed i luoghi (pubblici e privati) dove sono esposte le sue opere. Molto sinteticamente e non esaustivamente citiamo la Costa Azzurra, la Svizzera, la Spagna, l’Ungheria, oggi Dubai, la Corea, Londra.

Tra i tanti premi e riconoscimenti ha vinto il premio Salvador Dalì (1997), il premio internazionale “Compositor Antonio Gualda” a Granada (Spagna), il cui quadro è oggi in esposizione permanente a Durango (Messico) ed il premio alla carriera ricevuto a Torino (2021).

Sue grandi opere sacre sono in permanenza già esposte nelle parrocchiali di Coassolo e Robassomero.

I lavori che troviamo nel suo “ergasterion” – ἐργαστήριον – micro o macro anche su medie e grandi dimensioni in policarbonato o plexiglass, sono creazioni di un oggi “Antoniettiano” con radici negli studi e nella sua formazione classica, quindi, ma arricchite da coinvolgenti atmosfere e suggestioni senza che le opere patiscano minimamente, anzi …
Una gradevole certezza di oggi che però non ha ancora finito di raccontare tutta la sua fiaba.

Nella composizione fotografica dell’autore, in alto “Untitled n. 2”, sotto “Il violinista”, entrambi di Laura Antonietti.

franco cortese

Franco Cortese Notizie in un click