Il Governo si trova costretto a rinviare, verso altre tipologie di fondi di finanziamento, diverse dal recovery plan di Conte e Draghi, una serie di opere infrastrutturali strategiche che avrebbero avuto la funzione di portare l’alta velocità ferroviaria in particolare nelle aree strategiche e nevralgiche del centro e del Mezzogiorno del Paese, a partire dalla connessione del binario rapido tra Roma e Pescara e dal definitivo potenziamento della linea tra Palermo, Catania e Messina, quest’ultima ideale prosecuzione del progetto di realizzazione del Ponte sullo stretto caro al Ministro delle infrastrutture e della mobilità Matteo Salvini
Due opere che il Governo Meloni tiene a ribadire, per voce del Ministro con delega ai rapporti con Bruxelles Raffaele Fitto, che manterranno una connotazione prioritaria, ma che in ragione di tempistiche destinate, sul versante esecutivo, ad andare oltre la scadenza perentoria del Pnrr dell’estate 2026, dovranno essere spostate su capitoli di finanziamento comunitari e nazionali differenti, a partire da quelli rappresentati dai fondi di coesione.
Di contro, le medesime risorse, affinché non vadano perdute e non debbano essere restituite alla Commissione UE, verranno indirizzate su interventi appaltabili e traducibili in cantieri con una maggiore celerità burocratica: si tratta di una quota molto significativa all’interno dei complessivi 6,3 miliardi costituiti dalla missione del Pnrr in tema di velocizzazione dei collegamenti su rotaia.
Mentre relativamente alla Sicilia una quota di detti fondi sarà comunque dedicata a lavori di adeguamento e di messa in sicurezza del materiale rotabile fra il capoluogo palermitano e la città etnea, è sui 600 milioni della Roma – Pescara che si accendono da subito i riflettori del dibattito politico sia interno che esterno alla maggioranza, anche perché si parla di due Regioni amministrate da maggioranze in linea con l’orientamento politico nazionale dell’esecutivo di Giorgia Meloni. I seicento milioni, in origine finalizzati a portare l’alta velocità tra la Capitale d’Italia e capoluogo del Lazio e il centro dell’Abruzzo, per poter essere dichiarati spendibili dal giudizio della Commissione di Bruxelles, andranno a beneficio delle linee Battipaglia – Taranto e Orta – Falconara, quest’ultima espressione di un tragitto per alcuni versi alternativo a quello originario dei fondi.
Di tutt’altro tenore è lo scenario di riferimento in cui stanno avendo i Comuni e le amministrazioni locali, che spiccano per rapidità progettuale e procedurale nonostante le molte penalizzazioni inflitte da leggi cavillose e decurtazioni finanziarie ed erariali che, per esempio, obbligano i Municipi, qualora operino come stazioni appaltanti, ad anticipare alle imprese appaltatrici una parte dell’importo del progetto affidato ai sensi del recovery plan, molto spesso prima dell’arrivo delle necessarie risorse minerarie dal budget di quest’ultimo (formato, lo ricordiamo, dalle rate che Bruxelles eroga a Roma e che palazzo Chigi gira a propria volta ai soggetti titolari degli interventi ammessi).
Il Sindaco della Città di Novara Alessandro Canelli, delegato di Anci nazionale per le questioni della finanza locale, ha ricordato che la parte ampiamente maggioritaria delle gare indette ai sensi del piano nazionale di ripresa e resilienza sono provenute dalle municipalità: ben 41.000 su un totale di 75.000 pubblicate a tutto lo scorso mese di aprile, per un totale spendibile che sotto i campanili d’Italia supera i 35 miliardi di euro.
Il tema degli investimenti parcellizzati o di piccolissimo importo unitario – ha ricordato il sindaco Canelli – non deve essere visto come un fattore di penalizzazione del Pnrr, ma semmai come un acceleratore di interventi, ferma rimanendo la valutazione che dovrà sempre avere un carattere nazionale. “Al Governo chiediamo di vedere rinnovata la fiducia nei confronti delle amministrazioni territoriali, perché da queste può arrivare un contributo molto importante al buon fine degli obiettivi del recovery plan nei tempi stabiliti e da osservare”.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




