In termini economici, i fenomeni di dipendenza da stupefacenti e da alcol, generano un costo (diretto) annuo complessivo per il Paese di 8,3 miliardi, di cui € 7,0 miliardi il primo (considerando anche i poli-consumatori) e € 1,3 miliardi, il secondo
Questo senza considerare i costi indiretti (perdite di produttività) e il valore delle sostanze stupefacenti che aggiungono circa 15,5 miliardi, portando l’impatto economico del fenomeno a 22,5 miliardi (1% del PIL italiano).
E sono oltre 250.000 gli utenti presi in carico dai servizi (SerD, servizi di alcologia etc.) di cui il 65,9% tossicodipendenti, il 24,6% alcolisti, il 6% con dipendenza da gioco d’azzardo, il 3% da tabagismo e l’1,3% con altre dipendenze quali internet, social, sex addiction etc.
Il costo complessivo per l’assistenza sanitaria sfiora i 2,3 miliardi, di cui oltre 1,5 per la presa in carico nei Ser.D (Servizi pubblici per le dipendenze), in aumento nel post pandemia del +6%.
Il costo è diverso da Regione a Regione, con il massimo in Sardegna (€ 146,5 pro-capite) e il minimo in Calabria (€ 14,1 pro-capite) e cambia ancora se si calcola quello per la presa in carico nei Ser.D dove spende di più la Sardegna (€ 138,5 pro-capite) e di meno sempre in Calabria (€ 8,2 pro-capite).
Un tossicodipendente genera un costo (diretto) per il sistema Paese pari a circa tre volte quello di un soggetto con dipendenza da alcol. Rapportando il dato alla popolazione il rapporto tra i due fenomeno sale a oltre cinque: si passa da 21,6 euro pro-capite per la dipendenza da alcol a 118,4 euro per quella da stupefacenti.
OISED – che nel rapporto dà anche alcune indicazioni sulle possibili azioni future – considera tutte le azioni finalizzate a contenere gli “esiti del fenomeno” un investimento: con risparmi per il Paese per ogni euro investito in termini di presa in carico socio-sanitaria (farmaci, incremento visite etc.) di almeno 4 euro.
Stesso discorso per i risparmi ottenibili con gli effetti di un incremento del ricorso a pena alternative alla detenzione, piuttosto che di inserimento precoce in strutture riabilitative, che consentirebbe un risparmio di 59 milioni. per ogni punto percentuale di riduzione dei casi “a rischio”.
L’analisi completa e dettagliata dell’impatto socio-economico delle dipendenze lo fa da oggi in poi OISED (Osservatorio sull’impatto Socio-Economico delle dipendenze), il primo Centro Studi e think thank interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle dipendenze.
OISED è nato nel 2022 da una iniziativa congiunta del Centro di ricerca C.R.E.A. Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) e di Ce.R.Co (Centro Studi e Ricerche Consumi e Dipendenze) con l’obiettivo di colmare le lacune nelle conoscenze e informazioni sul settore delle dipendenze, e favorire il confronto tra istituzioni e principali stakeholder.
OISED si propone di approfondire l’impatto organizzativo socio-sanitario, economico e giudiziario delle diverse forme di dipendenza; l’Osservatorio si impegna a generare con continuità le informazioni sugli aspetti sopra descritti, attraverso l’implementazione e costante alimentazione di una banca dati (OISED – data).
I risultati del primo anno di attività dell’Osservatorio sono stati raccolti nel Rapporto “Impatto socio-sanitario ed economico delle dipendenze in Italia”, che analizza anche costi ed effetti dell’assistenza sanitaria alle dipendenze, impatto sul sistema giudiziario, epidemiologia (anche a livello regionale), organizzazione e utilizzo dei servizi e saranno presentati mercoledì 11 ottobre a Roma, Spazio Mastai, Palazzo dell’Informazione, Piazza Mastai 9, dalle 14,30 alle 17,30.



