E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti per la Festa del Lavoro con le strutture agrituristiche prese d’assalto dopo due anni di primavere trascorse tra lockdown e zone rosse a causa della pandemia.
Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, grazie soprattutto agli agrichef, i cuochi contadini che utilizzano i prodotti da loro stessi coltivati in azienda, a far scegliere l’agriturismo – sottolinea la Coldiretti – è anche la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
La primavera – precisa la Coldiretti – è peraltro il momento migliore per assistere al risveglio della natura che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie.
Molte strutture – continua la Coldiretti – si sono attrezzate per la semplice messa a disposizione di spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica che in mercati e aziende (il programma su www.campagnamica.it) ha organizzato la preparazione delle agribag, i cestini per le scampagnate fatti con i prodotti a km zero tipici della primavera, a partire dalle fave e pecorino.
Quest’anno la produzione di fave ha subito un lieve calo a causa dei problemi climatici – spiega Coldiretti -, tra freddo e assenza di precipitazioni, ma i prezzi sono rimasti più che accessibili, tra 2 e 3 euro al chilo, nonostante peraltro i rincari dei costi legati alla guerra in Ucraina pesino sui bilanci delle aziende ortofrutticole tricolori. Per garantirsi acquisti di qualità, il consiglio della Coldiretti è di accertarsi che il baccello delle fave sia turgido, di colore brillante e senza macchie, lucido e di forma regolare. Ad autenticarne la qualità e, in particolar modo, la freschezza, è – rileva la Coldiretti – lo schiocco che deve fare il baccello quando lo si spezza.
