PRONTO TAXI? NO, NON LO È. CAOS INFINITO, E PER DECRETO, NELLA CITTÀ ETERNA

0
37

Solitamente diciamo “da Manuale” per indicare risultati o attività esemplari. Non in questo caso purtroppo, e ce ne rammarichiamo ancora di più in ragione del fatto che i disagi in questione riguardano Roma, la caput mundi, la Città eterna dove a imperare adesso sono i caos infiniti in vari ambiti dei servizi pubblici o di utilità collettiva

Di questo tenore è la disavventura occorsa, ieri sera, a una lunga coda di turisti, visitatori e pendolari in arrivo a Roma dalla fondamentale stazione Termini, già al centro delle cronache non solo nazionali per i pressoché quotidiani episodi di insicurezza pubblica. Circostanza, quest’ultima, che dovrebbe già di per sé bastare a indurre le cosiddette istituzioni di governo a predisporre ogni possibile misura volta a favorire il massimo dello scorrimento neutralizzando i tempi di attesa e di coda.

Esattamente quello che non sta avvenendo, come testimoniano le immagini immortalate sui propri profili social dal Banchiere Beppe Ghisolfi, di passaggio a Roma per recarsi successivamente a Marrakech dove rappresenterà l’Italia nel Consiglio di amministrazione e nell’assemblea del gruppo mondiale delle casse di risparmio, il WSBI, che si riunirà in concomitanza con i lavori del Fondo monetario Internazionale e della Banca mondiale nella città dell’atlante in Marocco.

Quanto avvenuto ieri sera non è un episodio isolato: è lo scenario quotidiano di una storia di fallimento della politica sul tema della liberalizzazione e accessibilità di tutta una serie di servizi essenziali alla mobilità delle persone e alla crescita dell’economia turistica e logistica. Il cosiddetto decreto Assetti del Governo Meloni e del Ministro dell’industria Adolfo Urso, nel tentativo di liberalizzare il settore senza penalizzare i titolari in essere di licenze per i taxi, ha limitato infatti la possibilità di rilasciare nuovi permessi, corrispondenti quindi a vetture aggiuntive in circolazione, ai soli Comuni metropolitani o sede di uno scalo aeroportuale: in tutto una sessantina di amministrazioni locali, che potranno, o potrebbero, procedere all’assegnazione delle licenze in via diretta o tramite bando per fare fronte a grandi eventi o picchi turistici.

Il problema, in questo caso, viene ad essere di convenienza economica, la quale, legge alla mano, non si rinviene né per i Comuni, che non incasserebbero più un solo centesimo dalla procedura di rilascio dei permessi di guida addizionali, né per i tassisti, i quali dovrebbero vincolare i propri bilanci acquistando vetture dal costo medio di 40.000 o 50.000 euro per esercitare una licenza di appena 24 mesi, inidonea per effettuare un minimo di ammortamento.

L’epilogo finale è quello ripreso nelle immagini realizzate dal Banchiere scrittore ieri sera all’uscita da stazione Termini. Al legislatore sarebbe bastato un ripasso di educazione finanziaria per comprendere il carattere insostenibile e inapplicabile delle norme del decreto infine divenuto legge.

A Roma circolano attualmente 7800 taxi, che con il decreto Urso sarebbero dovuti salire sopra la soglia dei 9300.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI