Provò per tutta la sua vita a diventare un capo

0
101
Voleva mostrare al padre di essere un viceré e avere la sua ammirazione, ma lui preferiva il fratello Vincenzo.
Voleva essere lui il più muscolare, che invece in famiglia era Nunzio; lui il più “crazy”, che invece era Domenico; lui il più amato da sua madre, che invece era il più piccolo, l’unico fratello ancora incensurato, Giuseppe; lui quello che avrebbe creato un nuovo cartello, ma quello era Lello; lui a somigliare di più a suo padre, e invece, quello era Marco.
Voleva essere quello più bravo a fare affari, ma era Ciro. Voleva essere il riferimento di Sasà e di Antonio, che invece volevano diventare come Vincenzo F2.
Cosimo non si sentiva niente, e per questo volle prendersi tutto. Comandò tre anni. Tre anni di sangue e torture. Riuscì a smantellare un’organizzazione strutturata come un congegno ad orologeria. Regnò con assoluta spietatezza colpendo parenti, cugini, fidanzate dei nemici.
Avrebbe potuto provare a redimersi, ma non voleva pentirsi. Non voleva essere il primo della famiglia a farlo. Tutti l’hanno tradito, lui ha tradito tutto.
Questa la vita di un camorrista. Non riposare in pace nemmeno dopo morto.