Puglia e Veneto, le due regioni dove i candidati “temono” le liste alleate

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Il lavoro “eccellente” di Luca Zaia non va “disperso”. E, anzi, una sua lista può essere davvero un “valore aggiunto”. Matteo Salvini non demorde e continua a insistere sulla necessità di dare continuità all’amministrazione del Veneto. Ovviamente con un candidato leghista anche per le prossime elezioni, le prime senza il doge in campo come governatore dopo 15 anni. Un affondo che arriva in pieno stallo delle trattative nel centrodestra per la prossima tornata di regionali, con i partiti sui territori che oramai scrollando un po’ la testa ammettono che la soluzione al rebus arriverà “dopo ferragosto”. O addirittura a settembre se, come si ipotizza, la corsa per palazzo Balbi sarà a fine novembre. Mentre gli alleati di Giorgia Meloni si interrogano sulle scelte da fare anche in Puglia e in Campania arriva intanto la convocazione per la Calabria, che tornerà alle urne il 5 e 6 ottobre dopo le dimissioni anticipate di Roberto Occhiuto.

Un “vero e proprio spezzatino”, con gli italiani chiamati a esprimersi “una settimana sì e una no”, denuncia il verde Angelo Bonelli appellandosi a quell’election day di cui pure tanto si era parlato prima dell’estate. Ma che non sembra proprio nelle cose. “E’ un modo per mettere in difficoltà le opposizioni”, sottolinea l’esponente del centrosinistra che è stato spiazzato dal voto calabrese anticipato e ancora non ha ufficializzato il suo nome.