Nel 2025 sono stati 24.260 i rifiuti raccolti e catalogati dai volontari di Legambiente in 49 parchi urbani distribuiti in 20 città italiane, da Milano a Firenze, da Napoli a Potenza, passando per Perugia, Terracina (LT), Bologna e Udine.
La densità dei rifiuti è significativa: quattro oggetti dispersi ogni metro quadrato monitorato. A dominare la classifica dei rifiuti più frequenti sono i mozziconi di sigaretta, con 10.472 pezzi raccolti, pari a 161 ogni 100 metri quadrati.
Insieme a scuole, aziende, Comuni e associazioni, Legambiente è in prima linea per contrastare il fenomeno della dispersione ambientale dei rifiuti.
Attraverso azioni concrete, quali la pulizia e la riqualificazione di aree verdi pubbliche e di arenili lacustri, marini e fluviali, insieme ad attività di monitoraggio e sensibilizzazione per la cura e la tutela del bene comune, con il fine settimana di “Puliamo il Mondo” l’associazione ambientalista lancia un messaggio chiaro: “Prendersi cura dell’ambiente è un gesto semplice che può generare un grande cambiamento.
Ogni azione, anche piccola, ispira altri, rafforza il senso di comunità e diffonde una cultura del rispetto e della responsabilità.
Con Puliamo il Mondo mettiamo insieme la conoscenza con l’azione, attraverso la citizen science per monitorare i rifiuti dispersi nell’ambiente e le iniziative di volontariato per raccoglierli. Oggi ciascuno di noi può e deve fare la propria parte per proteggere le aree pubbliche comuni, tutelarle e costruire un futuro sostenibile e di pace, grazie al volontariato”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.
Le azioni di volontariato ambientale di “Puliamo il Mondo” sono esempi concreti da condividere e replicare, perché – come evidenziano i dati della nuova indagine Park Litter – c’è ancora molto da fare. Il fenomeno dell’abbandono e della dispersione dei rifiuti è aggravato, infatti, da fattori culturali, sociali e infrastrutturali.
In 38 dei 65 transetti (aree campione da 100 metri quadrati) utilizzati per l’indagine, sono state osservate zone di accumulo, soprattutto vicino a panchine e tavoli. I problemi riguardano anche la dotazione di cestini: solo in 28 transetti su 65 sono presenti contenitori con chiusura antivento, e in 27 dei 60 transetti dove i cestini sono presenti, essi risultano predisposti per la raccolta differenziata.
C’è un dato su cui Legambiente richiama particolare attenzione, perché direttamente legato all’inquinamento dei nostri mari: in 48 dei 65 transetti monitorati (73,8%) sono stati rilevati canali di scolo e tombini. Queste infrastrutture, spesso parte di sistemi fognari collegati a corsi d’acqua o canali che sfociano in mare, possono diventare vie dirette di trasporto dei rifiuti verso l’ambiente marino, soprattutto in casi di cattiva gestione dei rifiuti urbani.
Se i rifiuti in materiale plastico, compresi i mozziconi di sigaretta, si pongono in cima alla classifica dei rifiuti più rinvenuti, subito dopo, al secondo posto, si collocano i prodotti in carta e cartone: con 2.659 pezzi raccolti, rappresentano l’11% del totale. Seguono 2.204 rifiuti in metallo (9,1%), 1.728 in vetro e ceramica (7,1%) e 1.309 in gomma (4,3%). A chiudere, con il 4%, sono gli scarti in materiale organico, legno trattato, tessili, bioplastica, materiali misti e RAEE. Infine, un focus specifico dell’indagine è dedicato alla Direttiva europea SUP (Single Use Plastics): nonostante la sua entrata in vigore in Italia nel 2022, la maggior parte dei rifiuti raccolti appartiene ancora alle categorie di prodotti da essa regolamentati, rappresentando il 51,1% del totale monitorato.
fonte: legambiente



