Punto della situazione sui mercati

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Le borse sono state penalizzate nelle ultime sessioni dai timori per l’inflazione e la conseguente stretta monetaria, con il petrolio Wti che ha ormai superato quota 120 dollari il barile

Nella discesa si scorge un aspetto particolare, ovvero come l’S&P abbia perso decisamente più del Nasdaq (il contrario di ciò che accade di solito negli ultimi tempi), in particolare per il comparto dei consumer staples. Il settore DJ Transportation ha perso in misura significativa, accompagnato da un marcato calo dei volumi di import verso gli USA, probabilmente ricollegabile al fatto che le aziendestatunitensi si trovano ora alle prese con un eccesso di scorte.

Questo è il classico “second round effect”, ovvero quella situazione in cui la domanda comincia a rallentare e le scorte risultano in eccesso: risultato, si riducono gli ordini all’import.

In questi giorni stanno arrivando diversi profit warning da parte delle aziende: a pesare in questo momento sono quindi più le guidance che i risultati consuntivi. Ma c’è una divergenza che salta all’occhio: il consensus degli analisti continua a essere piuttosto elevato per utili e margini attesi su S&P e Nasdaq, mentre la crescita viene mostra rallentamento, con gli indicatori relativi alle spedizioni in calo, possibile segnale di una moderazione della domanda.

Le perdite sull’S&P possono essere il sintomo che l’economia reale sta soffrendo in prospettiva. E nell’alternanza di notizie positive e negative, in Cina un distretto di 3 mln a Shanghai sta per andare in lockdown, facendo nuovamente risorgere dubbi e apprensioni. La situazione si stava normalizzando e si sono osservati molti flussi sugli ETF statunitensi che hanno come benchmark MSCI Cina.

L’amministrazione Biden è poi alle prese con un altro problema: mentre il petrolio continua la sua salita l’attenzione si sposta sulle scorte dei prodotti raffinati, il cui trend è invece calante e sintomo di un intoppo a valle legato alle difficoltà di trasformazione del petrolio in prodotti finiti. Questo fenomeno alimenta ulteriori pressioni sui prezzi al consumo, proprio durante l’avvio della stagione estiva e degli spostamenti negli USA.