Putin e Biden fingono di combattersi, tanto le vittime sono Europa e Ucraina

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La Russia e gli Stati Uniti si scambiano favori da molto tempo anche quando sono in guerra. Per fare un favore a Putin, Biden ha consegnato all’Ucraina un certo tipo di armi: armi incapaci di arrestare l’avanzata della Russia.

L’obiettivo di Biden non è respingere l’invasione di Putin, ma rallentargli il passo. In questo modo, Biden consegue due risultati. Da una parte, raccoglie i consensi degli europei, i quali possono dire che Biden aiuta gli ucraini; dall’altra, raccoglie l’amicizia di Putin, il quale può ben dire, nelle segrete stanze del Cremlino, che gli Stati Uniti non operano per proibire la vittoria della Russia in Donbass.

Ecco perché Biden vuole impedire che gli ucraini colpiscano il territorio russo con le armi americane. Molti sono convinti che Biden sia sincero quando afferma di voler assistere alla sconfitta della Russia in Ucraina, ma è falso. Biden sa che la sconfitta della Russia innescherebbe un processo distruttivo anche per gli Stati Uniti. Data la situazione che si è creata, a Biden va bene che la Russia vinca sull’Ucraina, ma un po’ alla volta.

Putin lo sa e accetta questo prezzo da pagare: “Le armi americane uccideranno un po’ di russi – dice Putin nelle segrete stanze – ma senza assicurare la vittoria agli ucraini”. È davanti agli occhi di tutti: Biden invia le armi in Ucraina, ma la Russia ha appena conquistato il Lugansk.

La politica dei favori è già avvenuta in Siria. Il 30 settembre 2015, quando la Russia intervenne militarmente per difendere Bassar al Assad, Obama rifiutò di dare ai ribelli siriani i missili per abbattere gli aerei russi. Da parte sua, la Russia non ha consegnato ai talebani i missili per abbattere gli aerei americani in Afghanistan

. Nel luglio 2020, Mike Pompeo, segretario di Stato americano, disse che la Russia aveva fornito “piccole armi” (small arms) ai talebani contro gli americani, ma fu poi smentito dal Cremlino. Immaginiamo per un attimo che Pompeo avesse ragione.

Ebbene si tratterebbe pur sempre di “piccole armi” proprio perché la Russia e gli Stati Uniti si scambiano favori anche quando sono in guerra. Perché? La risposta è semplice: perché non possono distruggere il mondo che hanno edificato (insieme) dopo la seconda guerra mondiale, altrimenti perderebbero entrambi qualcosa o forse tutto.

Putin e Biden, avendo imparato la lezione della storia, non intendono seguire l’esempio auto-distruttivo di Francia e Germania nella seconda guerra mondiale. Gli americani non aiutano gli ucraini a sconfiggere l’esercito russo perché confidano che i russi non aiuteranno i talebani del futuro a distruggere l’esercito americano

. È uno scambio di favori. Gli ucraini sono cavie o sono eroi? Lasciamo che sia il lettore a trovare la sua risposta. Se gli Stati Uniti decidessero di attaccare l’Iran, Putin si ricorderebbe del favore ricevuto da Biden in Ucraina e, salvo casi eccezionali, eviterebbe di dare agli iraniani le armi per massacrare i soldati americani. A guerra scoppiata, l’Iran dovrebbe difendersi soprattutto con le armi che possiede in magazzino.

L’Iran lo sa e per questo motivo, in tempo di pace, si arma a più non posso in base alle sue risorse limitate. Mentre gli italiani si odiano tra loro per capire chi sia il “putiniano” da colpire, gli Stati Uniti e la Russia sono molto più amici di quanto non sembri. La politica internazionale è un fatto demoniaco.

L’idea che le società libere producano un’informazione libera è un pregiudizio che andrebbe sottoposto a verifica empirica. Una società può essere libera e avere un’informazione distorta. Molti cittadini delle società libere dicevano liberamente che Saddam Hussein fosse alleato di al Qaeda, ma non era vero.

Alessandro Orsini