QUALCHE RIFLESSIONE SULLA LEGGE VALDITARA: LA PRESA D’ATTO DEL FALLIMENTO DI UNA GENERAZIONE INTERA DI GENITORI

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La normativa appena varata dal Parlamento in via definitiva, e di cui il 5 in condotta è soltanto uno dei punti di maggiore impatto mediatico, reca in realtà una serie di disposizioni volte a contrastare il bullismo oramai dilagante e non di rado incoraggiato dagli stessi nuclei genitoriali

Bocciati con il 5 in condotta o rimandati a settembre con il 6 in educazione civica?

Noi, o almeno chi scrive, non ci associamo al coro di quanti gridano, consapevolmente o strumentalmente, all’ennesimo pericolo di “nostalgismo fascista” ovvero di ritorno all’epoca dell’allora ministro della pubblica istruzione Giovanni Gentile.

Il punto è un altro: che cosa ha portato a dover introdurre una legge volta a stabilire punizioni amministrative tanto stringenti nei confronti degli alunni? Punizioni le quali si possono tradurre in significativi esborsi economico monetari a carico dei genitori nel caso di aggressioni a danno di insegnanti e docenti, senza dimenticare gli eventuali aspetti penali e financo detentivi.

Non ci soffermeremo sul merito del dettaglio tecnico della nuova legge: su questo, altri, magari con più competenza dello scrivente, provvederanno forse meglio.

Quello che in questa sede sta più a cuore è la sottolineatura di come l’impianto normativo, che molto presto entrerà in vigore, codifichi, de iure e de facto, il fallimento educativo di una intera generazione genitoriale, ossia i nati nel corso degli anni Settanta e Ottanta dello scorso secolo a cui fanno riferimento anagrafico gli adolescenti odierni.

L’errore di fondo di tale generazione, purtroppo anche la mia, è stato quello di abdicare alla funzione e al ruolo di padre o di madre per scendere e calarsi in quello di amico o amica dei propri figli. Un errore strategico molto grave e le cui conseguenze sono purtroppo tristemente tangibili.

È inutile strillare, con gride manzoniane, al populismo penitenziario del governo Meloni, che striderebbe con la situazione di sovraffollamento delle nostre strutture carcerarie, quando i crescenti fenomeni di devianza e di latitanza educativa impongono di individuare ulteriori fattispecie penali per sanzionare comportamenti diffusi oramai fuori controllo.

Dir politico Alessandro Zorgniotti