Qualcosa si è inceppato nel nostro esercizio della legge morale

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Non viene più applicata a dovere non perché si sia indifferenti ma piuttosto perché si è profondamente sfiduciati. Credo che l’errore di buona parte della politica risieda nel fatto di pretendere da parte del cittadino una sorta di scissione.
E’ manifesta la volontà politica di trattare i casi di corruzione, in tutte le sue declinazioni, con rigore altalenante a seconda delle circostanze e delle convenienze politiche.
I media assecondano i partiti di area, sono durissimi in alcune vicende e ne annebbiano altrettante. Ai cittadini spetterebbe il compito di indignarsi a comando. Non per tutto, quindi, ma solo per qualcosa. E allora ci si ritrova in un ambiente distopico, un vivere quotidiano in cui è pressante il senso di ingiustizia.
Perché un cittadino pugliese dovrebbe rispondere all’appello all’indignazione lanciato per la questione milanese se nella sua regione, secondo la Guardia di Finanza, nel 2024, ci sono stati 5 arresti ogni mese per corruzione di amministratori pubblici e imprenditori e non se n’è parlato per niente?
Potrei fare decine di altri esempi del genere. Sta di fatto che il cittadino vive nei propri territori piccoli e grandi soprusi, a volte è costretto ad adeguarsi, a volte resiste, che perda o vinca ha poca importanza perché ciò che conta è che è sempre più solo e sempre meno tutelato dalla legge che viene piegata agli interessi dei pochi per compiacere i colletti bianchi e la politica che, secondo questo governo, sono meritevoli di impunità. Ormai non fa neanche più notizia assegnare un appalto, senza evidenza pubblica perché sottosoglia, a un parente di un vicesindaco.
Attenzione, però, perché la corruzione si nutre dei soldi che gli italiani versano nelle casse dello Stato con le loro sudate tasse. La corruzione restituisce ai cittadini opere incompiute o inutili o di scarsa qualità, servizi carenti, liste d’attesa infinite, stipendi troppo bassi e tasse troppo alte. Non abbassiamo l’asticella, è quello che spingono a fare per liberarsi sempre più le mani.