L’unico leader che ha creduto possibile una pace tra Russia e Ucraina attraverso un trattato imposto da Mosca è stato Donald Trump
Egli ha cercato di ridicolizzare il Presidente Zelensky, ventilando l’idea di togliere qualsiasi sostegno militare se l’Ucraina non avesse accettato la proposta russa – una proposta che, nei fatti, avrebbe consegnato l’intero Paese sotto il controllo della Federazione Russa, in cambio di una fragile promessa di cessate il fuoco.
L’Europa ha da subito considerato questa ipotesi inaccettabile: non si può dialogare con chi bombarda i civili e nega la sovranità altrui. Zelensky, coerente con il mandato affidatogli dal suo popolo, non ha mai accettato alcuna forma di capitolazione. Trump, pur di difendere l’idea di una pace “imposta”, ha finito per rendere più vulnerabile l’Ucraina, favorendo l’aggressore.
Oggi, alla luce dei fatti, lo stesso Trump sembra aver compreso che Vladimir Putin non è interessato alla pace, ma alla restaurazione di un dominio imperiale in stile sovietico. La Russia continua a bombardare, mentre gli aiuti internazionali tardano. L’Ucraina resiste, sola ma dignitosa.
La diplomazia non può basarsi sulla resa. La pace si costruisce nel rispetto della giustizia e del diritto internazionale, non con la complicità del più forte.
Cav. Giuseppe Prete
Cancelliere della World Organization of Ambassadors


