Ne è una prova anche la recente dichiarazione di Elettricità Futura di Confindustria che, dando voce alle imprese elettriche italiane, ha comunicato di voler contribuire alla sicurezza energetica del Paese investendo ben 85 miliardi di euro nei prossimi 3 anni per installare 60 GW di nuovi impianti rinnovabili e creare oltre 80.000 nuovi posti di lavoro: indipendenza energetica, slancio all’economia nazionale e una riduzione drastica dei costi in bolletta.
Qual è il problema? Puramente legato alla burocrazia: normative obsolete, lentezza nel rilascio delle autorizzazioni, blocchi da parte delle sovrintendenze e norme regionali disomogenee. Lo spiega molto bene l’ultimo report di Legambiente Onlus, “Scacco Matto alle Rinnovabili”, sottolineando tutti i vincoli che stanno limitando lo sviluppo dell’energia green in Italia.
Regole e procedure che portano i tempi medi per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico, ad esempio, a 5 anni contro i 6 mesi previsti dalla normativa!
Ostacoli che mettono al palo il nostro Paese, visto che entro il 2030 sarà necessario installare almeno 70 GW di potenza da fonti rinnovabili – se si vogliono rispettare gli obiettivi fissati a livello europeo contro la crisi climatica! – e una copertura da rinnovabili del 72% per la parte elettrica. E il pantano burocratico è palese, visto che l’Italia con i suoi 0,8 GW di potenza media annua installata negli ultimi 7 anni raggiungerà gli obiettivi europei non prima del 2100! Per capirne di più, vi consiglio di rivedere la mia intervista e Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente, per fare chiarezza ed evitare le fake news…


