Quante volte si è detto che le indagini di Gratteri finiscono sempre in un nulla di fatto?

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Beh, non è vero ma sembra vero perché c’è una solida collaborazione tra media e politica che fa in modo di velare alcune notizie sostituendole con polemiche create ad arte pur di occupare ore e ore di talk televisivi e paginate sui giornali.
La scorsa settimana, è stata pronunciata la sentenza d’appello del maxi processo Rinascita-Scott. Questo processo, avviato grazie alle indagini di Gratteri, è paragonabile a quello celebrato negli anni ’80 contro la Mafia siciliana ma non ha mai avuto il meritato spazio nell’informazione anche se vedeva coinvolti boss, colletti bianchi, politici e divise infedeli.
Nella sentenza d’appello sono stati comminati 1200 anni di carcere per 154 imputati (ci
sono anche 50 assoluzioni e una decina di prescrizioni).
Tra i condannati spicca il nome di Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia e coordinatore del partito in Calabria. Ha preso 7 anni e 8 mesi di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
Chiaro come vanno le cose? Ora che il governo sta facendo tutto il necessario per ostacolare il lavoro dei giudici, questa notizia era da nascondere, ed è stata nascosta grazie a un giornalismo sempre più ridotto a passacarte del potente di turno. Considerato che, quando la politica e le mafie si mettono insieme, prendono di mira i soldi delle tasse dei cittadini pagate con sacrificio, trovo ancor più disgustosa questa condizione di opacità.
Barbara Lezzi