Quanto costa la Baby Economy per le famiglie?

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Negli ultimi anni in Italia, si assiste ad una diminuzione delle nascite: se nel 2015 l’ISTAT registrava quasi 486 mila nuovi nati, le prime previsioni del 2023 riportano una flessione di 107 mila nascite. Ed uno dei motivi di questa flessione è proprio il costo da sostenere per la crescita dei figli

L’Osservatorio Domina, si focalizza anche su questo aspetto e cerca di analizzare l’impatto della spesa per i minori nel bilancio di una famiglia, individuando il paniere della “Baby Economy”. Paniere che analizza i costi della gestione dell’infanzia, ovvero i costi legati alla scuola, trasporti e baby sitter. Non rientrano nel paniere i consumi essenziali (vitto, alloggio e vestiario). Dalle analisi emerge come ogni famiglia con minori deve considerare per queste voci una media di 125 € al mese, l’8,5% del loro bilancio mensile.

Per arrivare a questo risultato è stata analizzata la spesa mensile delle famiglie con figli minori, si tratta in base ai dati ISTAT di una categoria minoritaria della popolazione. Basti pensare che le famiglie con minori sono 5,8 milioni, ovvero il 22,6% del totale, se consideriamo le famiglie composte da un solo componente la percentuale cresce al 34%.

Consideriamo la spesa media mensile per le famiglie con minori (3.186,5 €) e la confrontiamo con quella media di tutte le famiglie (2.625,4 €), a livello numerico si tratta di una spesa maggiore influenzata dal maggior numero di componenti familiari. Ed anche l’incidenza della spesa alimentare è maggiore nelle famiglie con minori.

L’elemento più difforme nella spesa alimentare è dato dal costo di dolci, bibite o cibi pronti maggiormente presente nelle famiglie con minori rispetto alla media delle famiglie. Se mediamente una famiglia spende in cibi pronti il 5,7% della propria spesa alimentare, nelle famiglie con minori il valore cresce al 6,4%, mentre in quelle degli anziani diminuisce al 4,7%.

Passando poi ad analizzare il costo per l’abitazione, malgrado la spesa delle famiglie con minori sia maggiore in numero assoluto, incide in misura minore rispetto alla spesa totale. Se mediamente la casa assorbe il 38% della spesa mensile, per le famiglie con minori questo valore si abbassa al 33%. In particolare gli affitti figurativi sono più bassi della media delle famiglie, evidentemente si tratta di case più piccole o di minore pregio.

I restanti consumi rientrano nei beni e servizi meno essenziali, dove si focalizza la nostra ricerca relativa ai beni rientranti nella Baby Economy. Le famiglie con minori spendono in misura maggiore per trasporti (25%), servizi di ristorazione ed alloggio (13%) ed abbigliamento e calzature (11,3%). Anche il settore della ricreazione, sport e cultura (9,8%) assorbe buona parte di questa spesa.

Di contro si registra un’incidenza minore di spesa per la cura della persona e la salute, probabilmente si tratta di servizi di cui queste famiglie non necessitano o gli vengono in parte distribuiti gratuitamente (visite pediatriche, ecc).

I servizi assicurativi e finanziari entrano in misura minore nel bilancio delle famiglie con minori. Mentre i costi dell’istruzione hanno un peso maggiore rispetto alla media delle famiglie.

Il paniere della Baby Economy ammonta a 125 euro mensili per le famiglie con minori, ed incide per l’8,5% della spesa mensile. All’interno del paniere sono stati considerati i servizi inerenti alla sfera dell’infanzia. Si tratta di servizi e beni fondamentali per la crescita dei minori, vengono però esclusi i beni primari già analizzati in precedenza. Sono esclusi anche i beni legati al vestiario in quanto non è possibile distinguere quanto venga speso per i componenti minori della famiglia, ma dall’analisi precedente appare evidente che questo costo abbia un peso importante per le famiglie con minori.

Quindi, tolte le spese primarie di vitto ed alloggio le famiglie spendono in istruzione, svaghi e gestione dell’infanzia almeno 125 euro al mese. La media delle famiglie ne spende solo 56 €, trattandosi principalmente di servizi legati all’infanzia.

Il 46% del paniere della Baby Economy è assorbito alla spesa per sport e cultura, in questa categoria rientrano i libri scolastici e la cancelleria. E si inseriscono anche le spese per i giocattoli/videogiochi, per i corsi ed abbonamenti sportivi/culturali. Seguono con una media di 28 euro al mese le spese per l’Istruzione (tasse, corsi/laboratori e gite). E le spese per le mense e gli alloggi scolastici (15,5 €). Il costo del nido, delle ludoteche e dei centri estivi copre il 12% del paniere. Infine abbiamo i costi del trasporto pubblico scolastico (6,8 €) e solo in ultima battuta il costo relativo alle baby sitter.

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “Oggi una famiglia con minori tolte le spese primarie di vitto ed alloggio spende solo in istruzione, svaghi e gestione dell’infanzia almeno 125 euro al mese. Avere un figlio è un costo sempre maggiore ed anche per questo le famiglie con minori sono sempre meno in Italia. Aiutarle a sostenere il costo dei figli è fondamentale per il futuro del nostro Paese.”