Questo è l’epilogo-beffa di una vicenda dolorosa e profondamente ingiusta

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Ma Draghi, insieme a tutto il governo, per i 3 mila chilometri della rete autostradale ha scelto una strada favorevole ai Benetton, e non solo, piuttosto che la gara e i benefici dei cittadini che, anzi, si troveranno a pagare quasi il doppio del previsto e a sorbirsi pure i rincari dei pedaggi. Per onor di verità, però, anche il governo precedente, non aveva agito in favore della revoca.
E già da quel drammatico 14 agosto del 2018, tutta la stampa si impegnò solo a denigrare chi voleva intraprendere l’unico percorso, la revoca, che avrebbe rispristinato almeno un po’ di giustizia dopo che erano state spezzate le vite di 43 persone.
Draghi ha trovato la strada spianata.
Il nuovo acquirente di Autostrade per l’Italia è un consorzio tra pubblico e privato ma CDP, che è la parte pubblica, non ha la maggioranza in quanto questa è nelle mani di fondi privati per oltre il 55%. CDP ha pagato più di 9 miliardi, si è accollata i debiti della concessionaria (8.8 mld) e in più i 3.4 mld del risarcimento dei danni provocati dal crollo del ponte di Genova.
Il Governo ha agevolato la tutela degli interessi particolari degli acquirenti e dei venditori ma lo ha fatto con il portafoglio degli italiani! Mentre, dal momento che si tratta di un acquirente per maggioranza privato, sarebbe stato tenuto a fare una gara.
Quest’operazione costa 21 miliardi e 300 milioni. Se il ministero delle infrastrutture, guidato dal “liberale solo quando conviene” Giovannini avesse perseguito la strada del recesso, prevista dalla convenzione con Aspi, il tutto sarebbe costato 13.8 miliardi e i risarcimenti per il crollo del Ponte Morandi e per le mancate manutenzioni sarebbero rimasti in carico ai responsabili ovvero i Benetton. Avete capito perché definisco Giovannini “liberale quando conviene”? Ci fanno le lezioni sulla concorrenza ma, quando si tratta degli amici, meglio mettere in campo i soldi pubblici per salvaguardarli. Ci fanno le lezioni sul debito pubblico ma, quando serve agli amici, meglio non badare a spese.
Il Parlamento è stato tenuto fuori da questa scelta scellerata. Hanno fatto tutto tra membri del governo ma non è finita qui. Contro questo scempio, ho firmato, insieme ad altri colleghi, un esposto presentato al TAR del Lazio.
Questa tragica vicenda di cui ricordiamo le 43 vittime del crollo del Ponte non può davvero finire in questo modo osceno.