C’è chi considera tardivo questo rammarico, ma fatto sta che molti ora invocano il loro leader. Tant’è che è spuntato anche un documento-appello iniziato a circolare ieri tra i forzisti, e promosso da vari senatori e deputati, a cominciare da Cristina Rossello, commissario cittadino di Milano. ”Caro, Presidente, per tutte queste le rivolgiamo un ossequioso appello affinché accolga il nostro grido d’allarme e revochi la sua decisione di rinunciare a concorrere per la presidenza della Repubblica”, si legge nel testo.
“Egregio Presidente -è l’incipit della misisiva- assistiamo ormai da giorni al balletto quotidiano di schede bianche, elenchi di nomi di fantasia, caminetti, conclavi, terne, rose, veti e controveti, sulla pelle delle nostre istituzioni repubblicane. Un teatrino politicante che non fa che aggravare la frattura tra popolo e classe politica… Avevamo creduto fortemente nella sua candidatura alla presidenza della Repubblica come Le era stata proposta da tutti i leader dei partiti di centrodestra ed accolta con entusiasmo da ampie fasce della popolazione”.
“Eravamo e siamo convinti -si legge ancora nel testo- che nessuno più di Lei abbia le caratteristiche adatte a rivestire la prima carica dello Stato. Le hanno affibbiato l’etichetta di personalità ‘divisiva’ poiché leader di partito, dimenticando strumentalmente che la maggior parte dei passati presidenti della Repubblica è stata scelta tra le file dei partiti politici e che chi varca le soglie del Colle si spoglia delle precedenti vesti per indossare la maglia della nazionale”.
E’ stato più volte leader del G7, del G8 e del G20, tre volte capo del governo ed ultimo premier scelto dei cittadini con libere elezioni. Ideatore del bipolarismo e fondatore del centrodestra italiano che è stato ed è tuttora, a distanza di 28 anni, un forte argine allo strapotere, culturale oltre che politico, delle sinistre”.


