Quirinale, terza fumata nera per l’elezione del presidente della Repbblica

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Nuovo nulla di fatto per il Quirinale. Anche il terzo scrutinio per eleggere il presidente della Repubblica è terminato con una fumata nera.

I due schieramenti maggiori, centrodestra e centrosinistra, infatti, hanno scelto per il terzo giorno consecutivo di far votare scheda bianca ai rispettivi grandi elettori. Le schede bianche sono state 412, mentre è Sergio Mattarella il più votato, con 125 suffragi, seguito da Guido Crosetto con 114.

E’ quindi tramontata la tentazione di Lega, Forza Italia e FdI di andare alla ‘conta’ in Aula su un nome di bandiera – circolava l’ipotesi Nordio – per ‘pesarsi’ e verificare su quanti voti effettivamente la coalizione può contare e, soprattutto, di quanti voti aggiuntivi necessiterebbe un eventuale candidato di area. Ma al momento del voto dei senatori arriva il colpo di scena: FdI non risponde alla prima chiama e alla seconda scrive sulla scheda il nome di Guido Crosetto. Nessuna spaccatura, garantisce Ignazio La Russa, ma la volontà di mettere fine al “balletto delle schede bianche”. Breve faccia a faccia tra Salvini e Meloni. Ma nello schieramento avverso si parla di prime crepe tra Lega, azzurri e FdI.

Alle 21 riunione dei grandi elettori del Pd, anche la cabina di regia pentastellata tornerà a riunirsi in serata. E’ dunque ancora una situazione di stallo, con la difficoltà di tutti i leader di partito di poter garantire in questa fase la compattezza dei propri gruppi (da qui la prova ‘di forza’ di FdI, è la lettura che fanno i più maliziosi nel centrosinistra). Allo stesso tempo sembra resistere la volontà dei leader di non andare subito allo scontro in Aula. E continuano a susseguirsi incontri, vertici e faccia a faccia.

“Oggi incontrerò tutti, è il mio lavoro”, spiega di prima mattina Matteo Salvini, che aggiunge: “Spero che Conte e Letta non si fermino ai ‘no”, rifendosi al ‘niet’ del centrosinistra sulla rosa dei tre nomi (Moratti, Pera e Nordio) messa ieri sul tavolo della trattativa. Quanto a quello che si sospetta (in realtà è più di un sospetto) essere il vero nome su cui il centrodestra sarebbe pronto a puntare, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, il leader leghista osserva: “E’ la seconda carica dello Stato. Non ha bisogno che la sponsorizzi io o chiunque altro, quindi non ha bisogno di essere candidata: se uno la chiama, penso che sia a disposizione”.