RAMA: ALBANIA 2030 SARÀ SINONIMO DI PENSIONI PIÙ ALTE E PIÙ DIGNITOSE FIN D’ORA

0
14

Duplice conferenza stampa del Primo Ministro con la comunità dei pensionati del Paese: chi dice che finora avremmo fatto troppo poco, lo abbiamo visto tristemente all’opera quando, prima del 2013, ne ha avuto i mezzi e le possibilità

Il ministro Malaj, il premier Rama, il ministro Gonxha, il viceministro Manjani, il direttore Hado della sicurezza sociale

Obiettivo del Governo è la lotta all’informalità che si traduce nella sotto-dichiarazione dei salari e, come tali, impedisce alle fasce più vulnerabili della società di beneficiare appieno della crescita economica annualmente attestata sul 4 per cento: “Chi segnala salari più bassi, rispetto agli alti profitti conseguiti, andrà incontro alle stesse conseguenze amministrative e legali di coloro che rubavano l’elettricità all’atto del mio insediamento a capo del Governo, perché così facendo danneggiano i pensionati di oggi e quelli di domani”

Olta Manjani, Edi Rama, Blendi Gonxha, Delina Ibrahimaj

Conferenze con i Ministri Petrit Malaj (Finanze), Delina Ibrahimaj (Tutela delle imprese), Blendi Gonxha (Economia), con il Viceministro Olta Manjani (Economia) e con i vertici della Direzione generale delle entrate Ilir Binaj e dell’istituto nazionale per la sicurezza sociale Astrit Hado

Il Primo Ministro Edi Rama ha sollecitato un rapido intervento sulla questione della mancata dichiarazione degli stipendi reali, ammonendo al tempo stesso l’adozione, ove necessarie, di severe misure amministrative – e forse penali – per quello che egli ha definito “il furto delle pensioni”.

“L’obiettivo della strategia, fin dal mio insediamento come Capo del governo, è quello di un progressivo aumento delle pensioni, che nulla ha a che vedere con la questione delle indicizzazioni che sono un obbligo legale che quest’anno ci vedrà impegnare 100 milioni in più di euro a valere sul fondo previdenziale pubblico nazionale – ha puntualizzato l’onorevole Rama – Già entro la fine di quest’anno il bonus sarà molto più sostanzioso di quello degli anni passati, e costituirà un passo ulteriore per arrivare a un aumento strutturale degli assegni, confermando quello che tutt’ora è uno dei pochissimi sistemi rimasti di copertura universale per i cittadini anziani. La crescita economica, ora stabilizzata, perché sia inclusiva deve partire da salari ricondotti a livelli dignitosi, perché essi significano pensioni più alte per gli attuali titolari di diritto previdenziale e per coloro che vi andranno in futuro. E io, data l’età, comincio a ragionare come voi”, ha precisato il Premier indirizzato alla platea dei numerosi anziani presenti.

Rama ha definito l’elusione dell’obbligo dei contributi sociali, attraverso la mancata dichiarazione dei salari, al pari di “una rapina quotidiana dei pensionati da parte delle imprese. È giunto il momento di fare fronte comune, assieme alle imprese, per porre fine a questo fenomeno ingiustificabile e di dare ai nonni la meritata quota di ogni stipendio di questo Paese. Abbiamo l’obbligo come governo di fare del nostro meglio per rendere la vita della terza età quanto più pacifica possibile e per migliorare il più possibile le condizioni di vita”.

Il DG delle Entrate, Ilir Binaj

Nel frattempo, per quanto riguarda il mondo delle aziende, il Primo Ministro ha sottolineato che “esse hanno l’obbligo di creare posti di lavoro in questo Paese e hanno l’obbligo di pagare fino all’ultimo centesimo di ogni salario per ciascun lavoratore dipendente, poiché questo appartiene ai pensionati. Sicuramente, ciò è anche l’obbligo per chiunque riceva uno stipendio. Mentre nel settore pubblico questo dovere viene adempiuto perché non dipende dal comportamento di chi eroga lo stipendio ma confluisce direttamente nella cassa previdenziale, nel settore privato non avviene lo stesso”, ha aggiunto il Presidente del Consiglio dei Ministri.

“Il che – ha proseguito – è un problema molto grande che siamo determinati ad affrontare senza aspettare un miglioramento graduale, bensì pretendendo un miglioramento rapido. Noi desideriamo e crediamo che le aziende non debbano essere messe sotto la pressione di pesanti misure amministrative ed eventualmente penali per il furto delle pensioni e dei salari reali. Vogliamo trasmettere ai titolari d’impresa, e a tutti coloro che appartengono a questa categoria, un invito a creare un fronte unitario affinché i relativi denari vengano in gran parte restituiti al consumo e possano nuovamente generare altre entrate”.

Attualmente, il fondo pensioni e il fondo sanitario nazionale dipendono dai contributi previdenziali nella misura di un miliardo di euro: “Risorse – ha concluso Rama – che attualmente dobbiamo attingere dal bilancio dello Stato, e che potrebbero consentire di attivare altri interventi a beneficio della sanità, del Welfare, del lavoro, degli enti locali e dei soggetti più fragili. Voglio ricordare alla platea imprenditoriale che, nel contesto della regione balcanica, siamo il solo Paese che esenta dalle imposte dirette le aziende con fatturato fino a 140.000 euro annui, mentre l’esenzione dall’IVA opera per incassi fino a 100.000 euro annuali”.