RAMA: ANCHE L’ALBANIA AVRÀ LA PROPRIA CDP

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Il Premier Edi Rama annuncia, assieme al Ministro per la tutela imprenditoriale Delina Ibrahimaj, il lancio della consultazione pubblica dedicata al testo base del disegno di legge governativo di istituzione della futura Banca Albanese di Sviluppo, che trarrà ispirazione dall’esperienza della Cassa Depositi e Prestiti della vicina Italia

Ministro Delina Ibrahimaj 

Il progetto normativo mira a definire le regole per l’organizzazione e il funzionamento di un’Istituzione finanziaria di sviluppo, simile alle banche di promozione nazionali operanti nell’Unione Europea, obiettivi di promozione economica e sociale e di facilitazione dei settori economici sotto-finanziati, soprattutto le piccole e medie imprese e incluse le microimprese e le start-up, sostenendo progetti legati al miglioramento e all’ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali e dell’industria “Green”, tutto sulla scorta di un mandato conferito dallo Stato a livello centrale, regionale o locale Oppure dagli intermediari finanziari della UE come Bei e Bers.

Edi Rama in una foto di repertorio con i vertici di CDP e Simest e con l’Ambasciatore italiano, oggi a Berlino, Fabrizio Bucci 

La principale giustificazione economica per l’esistenza di tale Istituzione si basa sul fatto che operare al di sotto del potenziale di mercato può portare a una mancanza di finanziamenti e di investimenti che, di conseguenza, crea una crescita più lenta di quanto sarebbe vantaggioso o previsto. La Sua attività verrà svolta nel rispetto dei limiti massimali della normativa sugli aiuti di Stato e senza provocare un’ingiusta alterazione dei meccanismi di leale concorrenza.

Gli obiettivi principali della futura Banca di sistema saranno: il sostegno alle imprese albanesi e il supporto tecnico per aiutarle a migliorare la produttività, la competitività e la presenza sui mercati internazionali; la promozione delle esportazioni incoraggiando la produzione e i servizi che possano competere con successo sui mercati esteri; il supporto a progetti importanti di sviluppo economico, convogliando fondi o linee di finanziamento da Istituzioni finanziarie internazionali, europee o di altri partners, con particolare attenzione ai progetti pubblici a livello centrale e locale; lo sviluppo delle infrastrutture fisiche e digitali per un’economia sostenibile, sicura e orientata all’alta tecnologia.

Il progetto di legge prevede che lo Stato albanese sarà il principale e primo azionista della Banca di sviluppo, con una partecipazione minima del 51 per cento del capitale. Inoltre, sarà consentita l’inclusione di istituzioni finanziarie internazionali e di altri Enti individuati dal Consiglio dei ministri.

Si stabilisce inoltre che il capitale sociale iniziale sarà di 100 milioni di euro equivalenti, apportati dallo Stato e rimborsati entro un periodo di quattro anni, secondo le regole dello Statuto.

La nuova Istituzione di sviluppo potrà aprire conti bancari presso la Banca d’Albania e la Tesoreria dello Stato, nonché presso Banche commerciali e di secondo livello nazionali o internazionali, oltre a impegnarsi in attività ausiliarie per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Essa potrà poi raccogliere fondi attraverso vari meccanismi, inclusa l’accettazione di fondi restituibili dal pubblico e altri strumenti finanziari garantiti dallo Stato albanese, concorrendo così alla sostenibilità crescente e all’ulteriore riduzione del debito pubblico diretto.

Una caratteristica ulteriore sarà la collaborazione con le Poste Albanesi e con le società correlate che svolgeranno il ruolo di mediatore tra la Banca di sviluppo e il pubblico dei risparmiatori – esattamente sul modello storico della Cassa Depositi e Prestiti della Repubblica Italiana – così da beneficiare degli strumenti emessi garantendo un accesso più semplice ed efficace ai Cittadini.

Per la rilevanza della articolata missione di cui sopra, la banca di sistema sarà esentata dall’imposta sugli utili, in modo da concentrare le risorse sul raggiungimento dei suoi obiettivi macroeconomici.