RAMA: DA GIUGNO LA PACE FISCALE PER LE PICCOLE IMPRESE

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Il Primo ministro, durante un incontro con i rappresentanti di categoria e gli amministratori pubblici locali nella contea settentrionale di Lezha, ha affermato che fra un mese e mezzo avranno inizio i lavori per collaborare con le aziende nel segno della concordia tributaria

L’onorevole Rama ha affermato che questa iniziativa è volta a semplificare il lavoro degli imprenditori, eliminando lo stress dei controlli e delle ispezioni a campione da parte della Direzione generale delle Imposte del Ministero delle Finanze.

“Sono lieto di dirvi che tra pochi giorni svolgeremo un incontro con le aziende, pee spiegare il piano di pace fiscale su cui è stato manifestato un sostanziale interesse – ha premesso l’onorevole Rama – Si tratta di un meccanismo utilizzato fin dai tempi dell’antica Roma, ossia un accordo tra Governo e settori imprenditoriali per la determinazione dei contributi fiscali: se le aziende e lo Stato, e più precisamente l’Agenzia delle Entrate, troveranno un compromesso su base biennale o triennale, le prime pagheranno per l’anno successivo le tasse calcolate sullo stesso fatturato dei dodici mesi precedenti incrementato di una percentuale pari alla crescita del prodotto interno lordo. Questo farà venire del tutto meno ogni eventualità di controlli e di ispezioni a campione o a sorpresa per il biennio o il triennio a seguire, lungo il quale l’impresa interessata non avrà più alcun rapporto con la burocrazia amministrativa e tributaria. Oltre a ciò, le aziende interessate avranno la possibilità di dichiarare i redditi non dichiarati in precedenza, senza rischiare una multa”.

Il secondo elemento della Pace fiscale – in pratica una forma di interpello – “è l’opportunità offerta agli imprenditori di dichiarare redditi non dichiarati in precedenza negli ultimi cinque anni senza incorrere in alcuna sanzione, pagando solo il 5 per cento addizionale. Se per i redditi ordinari l’imposta massima e marginale sugli utili è del 15 per cento per tutti, per quei redditi dichiarati retroattivamente l’aliquota sugli utili sarà solo del 5 per cento e avrà l’ulteriore vantaggio di fare venire meno ispezioni e controlli”.

L’interpello tributario, laddove applicato con coerenza, ha consentito un ampliamento della base imponibile evitando il ricorso a misure di austerità, favorendo la stabile emersione dei redditi e recuperando liquidità da dedicare a investimenti, assunzioni e miglioramento delle condizioni salariali.