Il primo ministro socialista è ospite e relatore d’eccezione a Bled per uno dei principali eventi dedicati alla politica estera regionale ed europea: “all’Unione serve uno Stato imprenditore, non un’entità burocratica, ma per i Balcani l’Europa è una sorta di benedizione”
Il Presidente del Consiglio dei ministri del Paese delle Aquile ha preso parte alla ventesima edizione del Forum strategico di Bled, con un intervento in specifico focalizzato sul ruolo degli Stati e sul futuro della Comunità del vecchio Continente. L’onorevole Rama ha ribadito che “l’Albania è un fedele sostenitore dell’Europa, e la nostra politica estera è in linea al 100 per cento con la politica estera della UE. A differenza di altri Paesi comunitari, noi dobbiamo essere molto aperti sulle questioni e d’altra parte, al di là di ciò che diciamo ed esprimiamo, la nostra lealtà non è stata mai in dubbio né in discussione. Dobbiamo avere un’idea chiara delle nostre dimensioni, del nostro peso e anche delle nostre sfide: vogliamo essere liberi ed esprimere liberamente ciò che pensiamo ma, quando si tratta di seguire l’Europa, ne siamo fedeli seguaci, in tal senso non abbiamo mai vacillato né messo in discussione questo aspetto. Il tema principale è che in Europa lo Stato non agisce come un imprenditore attivo, ma chiede sempre più soldi al bilancio”.
Il premier albanese ha messo in evidenza “una questione che esiste a due livelli. In primo luogo, il problema di avere imprenditori, non come complemento, ma come contraltare a ciò che il Governo e lo Stato dovrebbero fare; in secondo luogo, il più problematico e pericoloso per il futuro, dobbiamo ammettere che, a differenza degli Stati Uniti d’America o di altre realtà, in Europa non siamo abituati a uno Stato imprenditoriale, quindi fondamentalmente chiediamo più soldi dal bilancio, più spesa, poi più debito, quindi più soldi, e così ininterrottamente. Se veniamo colpiti da una crisi internazionale, il debito aumenta e siamo bloccati, mentre dobbiamo dare alle istituzioni e ai ministeri tutto il potere esecutivo, affinché anche loro si comportino in modo imprenditoriale. La parte più importante per noi, almeno per l’Albania, è utilizzare il processo di adesione come una modalità per la costruzione dello Stato, perché l’Europa è una benedizione per Paesi come il nostro che non hanno mai avuto Istituzioni nel vero senso della parola”.

I giudizi sull’Albania sono ribaditi ai massimi e più alti piani di Bruxelles: “Il Paese delle Aquile potrebbe diventare membro dell’Unione già a partire dal 2029, se il Primo ministro Edi Rama continuerà il proprio eccellente lavoro – ha ribadito il Commissario Marta Kos – Abbiamo aperto altri due capitoli, e abbiamo concordato con Edi che festeggeremo, prima a Bruxelles e l’anno prossimo con la partita di calcio tra i Paesi membri e i Paesi candidati a Tirana. Tuttavia, non ho molto tempo, ho solo quattro anni come esponente della Commissione UE, quindi occorre fare in fretta. Se l’onorevole Rama continua a fare quello che sta facendo in modo eccellente, allora nel 2029 potremmo avere 29 Stati membri”.




