RAMA E KOÇIU: L’EMERGENZA MEDICA NAZIONALE ALBANESE È DIVENUTA MODELLO EUROPEO

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Il Primo ministro e la titolare del Dicastero della Salute e della protezione sociale: il potenziamento del servizio ha consentito di prevenire i livelli di ospedalizzazione e di conseguire risparmi ed economie di spesa per milioni di euro che è stato possibile reinvestire nello sviluppo e allineamento della Sanità pubblica ai migliori standards europei

Ministro Albana Kociu e Direttore Skender Brataj

Il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Edi Rama, ha indetto una conferenza stampa nella quale, sulla base di riscontri oggettivi e statistici, nonché di positivi rilievi espressi dalla cittadinanza coinvolta, ha orgogliosamente portato all’attenzione la trasformazione epocale dell’emergenza medica nazionale, da organismo in decadenza, quale risultava essere nel 2014, a moderna forza statale per la salute delle persone senza distinzioni, esprimendo gratitudine per l’esercito esemplare di medici, infermieri, autisti e per il team di supporto.

“Il Servizio medico d’urgenza nazionale è uno dei fiori all’occhiello delle riforme realizzate, per il modo in cui una storia di vergogna è stata trasformata in una storia di successo – ha premesso Rama – Oggi il Paese si trova in una situazione che non lascia spazio di paragoni ad altri Paesi anche storicamente più avanzati di noi. Celebriamo oggi il decimo anniversario della trasformazione di questo servizio da sistema degradato, che non garantiva la ricezione delle chiamate di soccorso, a paradigma modello, contemporaneo e innovativo, più vicino al cittadino, che oggi conta dignitosamente migliaia di missioni salvavita portate a termine con successo. Uno dei principali parametri di misurazione in tal senso è la riduzione dei tempi di attesa da 45 minuti a soli 15 minuti, e risponde non solo alle esigenze dei residenti, ma nello stesso tempo alla realtà di una meta turistica visitata da milioni di turisti ogni anno”.

“L’assistenza emergenziale – ha proseguito il Presidente del Consiglio dei ministri – acquisirà ulteriore valore grazie alla riforma dell’Autonomia ospedaliera, che sta creando le basi di un sistema sanitario decentralizzato, con diciassette poli di eccellenza da Nord a Sud. L’Emergenza nazionale, dalla sua istituzione, ha ricevuto oltre 3 milioni e mezzo di chiamate, di cui oltre 846.000 sono state convertite in missioni, tra cui trasporto medico, cure in loco e interventi di urgenza in casi critici. Attualmente il Servizio Nazionale di Emergenza riceve 1427 chiamate al giorno al numero 127 ed effettua 440 missioni quotidiane in Albania”.

Skender Brataj è il responsabile nazionale del servizio di Emergenza, e come tale è toccato a lui stilare il bilancio che conferma la svolta definitiva impressa da dieci anni a questa parte, per esempio prevenendo il ricorso eccessivo alle politiche di ospedalizzazione: “Abbiamo avuto due terribili banchi di prova, ossia il terremoto e la pandemia. Durante il terremoto abbiamo registrato tragicamente 51 morti, ma anche 45 persone salvate, 75 ricoverate, 946 feriti. Poi è sopravvenuto il Covid 19, con 700-800 chiamate al giorno, il 15 marzo del 2020 furono 12.100 in 24 ore, e in tale contesto dimostrammo una capacità infinita di far fronte a qualsiasi tipo di emergenza. Calcolando i costi, un paziente al giorno, ospedalizzato al Pronto Soccorso, costerebbe alla collettività dei contribuenti 150 euro. A fronte di 6,5 milioni di euro di investimenti nel settore della Emergenza, abbiamo risparmiato 60 milioni”.