REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA: SALVINI FIUTA IL FLOP E SCEGLIE IL LOW PROFILE

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Abbandonati i toni trionfalistici che a giugno scorso avevano accompagnato l’avvio della raccolta delle firme per i referendum sulla giustizia, Salvini sceglie di defilarsi.

I sondaggi interni di Lega e Radicali infatti dicono che sarà molto difficile centrare l’obiettivo del quorum e così, nonostante i 5 quesiti siano stati ammessi dalla Consulta, il leader del carroccio non ne parla quasi più. Il 12 giugno ci sarà l’election day: insieme al voto sul referendum, 8 milioni di italiani saranno infatti chiamati ai seggi per le amministrative ma raggiungere il quorum sembra un’impresa alla quale ormai non credono più neanche i promotori.

Non aiuta il fatto che non si voterà per i referendum trainanti su eutanasia e cannabis, bocciati a febbraio dalla Corte Costituzionale. Così Salvini, sostenuto da Berlusconi, Calenda e Meloni, sta tentando di fare in modo che si voti anche lunedì 13.

La legge di Stabilità 2013 prevede per i referendum seggi aperti solo un giorno ma un accordo tra i partiti potrebbe aggirare il vincolo. Escamotage contro il quale ovviamente si schiera il Movimento 5 Stelle

Mauro Coltorti