Renzi: “Oltre 20mila morti, commissione inchiesta dovere etico”

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“Dovremo fare chiarezza su ciò che non ha funzionato nella drammatica ecatombe legata al Coronavirus. E lo faremo innanzitutto nella sede della democrazia, che è il Parlamento. La commissione di inchiesta, su cui qualcuno – nelle settimane scorse – faceva sorrisini ironici, è un dovere etico prima ancora che politico. Ci sono oltre ventimila morti: davvero c’è chi pensa di fare finta di nulla?”. Lo scrive Matteo Renzi nella enews sottolineando che ora “la priorità è ripartire, ripartire, ripartire. Sto dicendo da giorni che ogni settimana che perdiamo costa 10 miliardi di € al Paese. Dobbiamo riaprire: riaprire con intelligenza, riaprire con le mascherine, riaprire facendo i test ai lavoratori. Siamo fermi da troppo tempo e gli altri paesi europei sono stati più flessibili di noi sulla produzione industriale”.

“E allora se non riapriamo subito, interi settori dell’economia saranno distrutti dalla concorrenza degli altri Paesi, anche nostri vicini. E avremo migliaia di famiglie disperate per la perdita dei posti di lavoro”, prosegue il leder di Italia viva. “La pandemia rischia di trasformarsi in carestia: noi lo stiamo dicendo da settimane. Sento che finalmente il clima sta cambiando. Non mi interessa che ci diano ragione, mi basta che ci diano ascolto. Se non ci sbrighiamo, la conferenza stampa quotidiana delle 18 con il numero dei contagiati sarà sostituita da una conferenza stampa quotidiana con il numero dei fallimenti”, sottolinea l’ex premier. “E non c’è niente su cui scherzare. Per mesi e forse anni dovremo convivere con il Virus. E quindi dovremo essere flessibili e intelligenti. Può darsi che esploderanno, nei prossimi mesi, nuovi focolai. Nel caso dovremo essere molto rapidi a fare subito blocchi e zone rosse serie, territorialmente circoscritte. Ma non possiamo bloccare tutto per sempre. Ora è tempo di tornare a vivere”, ribadisce.
Prossimo video: Riapertura scuole, il confronto con gli altri paesi europei

Ma “non c’è fase due se non si chiarisce il tema della scuola”. “I professori fanno i miracoli ma la didattica a distanza non è la stessa cosa delle lezioni in classe. E dei rapporti tra studenti, delle esperienze che una comunità educativa può fare”, si legge ancora. “Ho chiesto di riaprire le scuole a maggio, cominciando da chi deve fare la maturità. Apriti cielo. ‘Ma Renzi è impazzito?’ – dice – Adesso scopriamo che i grandi Paesi europei si dividono tra chi riapre le scuole ad aprile e chi le riapre a maggio. Noi sembriamo quelli più in ritardo. Se davvero il Governo ha deciso di ricominciare a settembre, noi accettiamo la decisione. Ma chiediamo con forza: che nel frattempo si facciano i lavori dentro le scuole” e “che almeno i ragazzi che devono fare la Maturità la facciano a scuola”.

“Rifiuto la logica del sei politico, il messaggio diseducativo che porta i ragazzi ad accontentarsi. Sono grato ai professori per il lavoro che stanno svolgendo ma loro sono i primi a sapere che non basta. Mentre scrivo questa E-News sono circondato dagli altri 4 membri della famiglia (moglie e tre figli) connessi alla rete per la didattica a distanza. Gli sforzi che professori e studenti stanno facendo sono magnifici. Ma se la scuola non riparte, il Paese è fermo. E noi – che abbiamo chiuso le scuole prima degli impianti di risalita sulle piste da sci – abbiamo il dovere di avere un progetto di riapertura serio e credibile. Sbaglio?”.