Riccardo Cocciante: “Facile non fa rima con la mia musica: quanto lavoro dietro Margherita”

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Il suo è un ‘tormento del pentagramma’ dove le parole accompagnano lo spartito, dove il senso del testo non può non avere un inizio e una fine. Riccardo Cocciante, arrivato a Macerata per Musicultura 2025 dopo anni di corteggiamento, è raggiante e schietto.

“La mia musica – dice – è difficile nella costruzione ma semplice nella narrazione. Le parole si devono fondere con la melodia e al tempo stesso la melodia con le parole. E non è una operazione facile, nemmeno per me. Ho passato una vita intera a concentrarmi sui testi e dopo ‘Bella senz’anima’ mi sono chiesto cosa potessi ancora fare, come potessi incontrare la mia anima sul pentagramma. E sono arrivate ‘Margherita e Cervo a primavera’. Inaspettate, bellissime”.

Il salto dalla musica di ieri a quella di opggi è un battito d’ali: “Trovo che ora il pubblico abbia più la curiosità delle parole che della melodia ma è un momento, credo che alla fine ritorneranno a viaggiare insieme. Lo spero, almeno”.