Ricolfi: «Draghi non ha salvato la Patria, sta ripetendo gli stessi errori di Conte»

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Riconoscersi nel piano di riforme, in concreto, credo significhi soprattutto mettersi in condizione di avere qualche voce in capitolo quando si tratterà di decidere in dettaglio a chi distribuire le risorse.

Da questo punto di vista sarebbe strano che non ci fosse un partito di Draghi. Se invece per partito di Draghi intendiamo una formazione politica che si presenta al voto, tenderei a dire che già c’è, ed è il partito di Calenda che, a differenza di quello di Renzi, non è macchiato dal peccato originale

Lo afferma il sociologo e politologo Luca Ricolfi, in un’intervista a Il Giornale, esplorando la possibilità che, il consenso che accompagna il lavoro del premier in carica, possa trasferirsi su un partito politico che faccia riferimento a Draghi. Peccato originale? «Quello di avere un leader che, con la scusa di salvarci da Salvini, ci ha regalato un anno di follie dei Cinque Stelle, dal reddito di cittadinanza alla riforma della giustizia di Bonafede.