Negli ultimi mesi, gli accordi tra Italia e Albania per la gestione dell’accoglienza degli emigranti hanno sollevato numerosi interrogativi
Questa iniziativa mira a spostare alcuni emigranti in Albania, ma è fondamentale esaminare le implicazioni psicologiche e sociali di tali decisioni, soprattutto per le persone vulnerabili.
La Questione degli Emigranti!
È cruciale riconoscere che la maggior parte delle persone che emigrano lo fa per necessità e non per scelta. Le motivazioni comprendono guerre, persecuzioni, povertà e mancanza di opportunità. Da emigrata, posso testimoniare che lasciare la propria terra non è mai una scelta facile. Nel 1991, ho abbandonato il mio paese in cerca di una vita migliore e ho sperimentato le difficoltà e le incertezze che ciò comporta.
Ogni emigrante porta con sé sogni e speranze, ma anche il peso della nostalgia e delle difficoltà affrontate. Inoltre come psicologa e esperta in vittimologia, sottolineo che è fondamentale prestare particolare attenzione alle persone fragili in questo contesto. Ogni emigrante porta con sé esperienze di vulnerabilità e trauma che possono influenzare il loro benessere psicologico.
Fragilità e Vulnerabilità!
Le persone che emigrano spesso hanno vissuto situazioni di forte stress e traumi. Molti di loro possono presentare segni di disturbi post-traumatici o ansia, che richiedono un supporto adeguato. È fondamentale che i programmi di accoglienza considerino queste esigenze e offrano supporto psicologico e sociale.
Ignorare il benessere psicologico di queste persone può portare a conseguenze negative a lungo termine, sia per gli individui che per le comunità che li accolgono.
Gli Accordi tra Italia e Albania!
L’intento di questi accordi è di gestire il flusso migratorio in modo più controllato, ma è lecito chiedersi se la semplice redistribuzione degli emigranti possa affrontare le dinamiche più profonde della migrazione.
Il trasferimento di persone in Albania o in altri paesi non affronta le questioni strutturali che portano alla migrazione. È essenziale che le politiche di accoglienza considerino il supporto psicologico e sociale come parte integrante della loro strategia.
Investimenti nei Paesi d’Origine!
L’Europa deve adottare un approccio più lungimirante, investendo realmente nei paesi d’origine degli emigranti. Questi investimenti dovrebbero mirare a creare opportunità economiche, migliorare l’istruzione e garantire servizi sanitari adeguati. È fondamentale che tali investimenti includano anche programmi di supporto per le persone vulnerabili, affinché possano affrontare le sfide che derivano dall’emigrazione e dal ritorno.
L’Importanza della Collaborazione Internazionale!
La questione della migrazione richiede un approccio globale e collaborativo. I paesi europei non possono affrontare questi problemi da soli. È fondamentale lavorare insieme con i paesi d’origine per comprendere le loro esigenze e sviluppare soluzioni sostenibili. La cooperazione internazionale deve includere l’aspetto del supporto psicologico e sociale per garantire che le persone fragili non vengano lasciate indietro.
In sintesi, gli accordi tra Italia e Albania sono un passo verso la gestione dei flussi migratori, ma non possono essere considerati una soluzione definitiva.
È essenziale affrontare le cause alla radice della migrazione attraverso investimenti e cooperazione internazionale, prestando particolare attenzione alle persone vulnerabili.
Solo con un impegno serio e collettivo, che includa il supporto psicologico, si potrà garantire un futuro migliore per tutti, favorendo l’inclusione e il benessere delle persone che hanno già affrontato troppe difficoltà.
Dr.ssa Klarida Rrapaj




