Riflessioni sul discorso della Meloni al meeting di CL

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La prima riflessione sul discorso della meloni al meeting di comunione e fatturazione (neppure sempre) è sullo spazio dedicatole dalle televisioni italiane. Che, a memoria, penso sia stato superiore a quello dedicato al primo sbarco sulla luna, o ai mondiali di calcio vinti dall’Italia. Perfino La7, che a detta dei “lasettiani” garantisce pluralità, lo ha trasmesso in diretta e in gran parte. Per dire che l’Istituto Luce alle attuali linee editoriali delle TV italiane poteva spicciare casa.

Detto questo è più facile fare l’elenco di ciò che mancava che dei temi toccati. Una sorta di buco con intorno una mezza indignata dichiarazione su Gaza e sulla sproporzionata reazione israeliana. La solita apoteosi del nulla, furba e piaciona. Così come piace alla premier. Frutto dei sondaggi, tenuti segreti, e che danno FdI in picchiata di oltre sei punti percentuali? Per il discorso su Gaza penso proprio di sì.

Ma andando alla “ciccia”, ha forse detto, su Gaza, che si batterà per sanzioni a Israele? No. Ha forse promesso che bloccherà la fornitura di armi e quant’altro possa essere utile per continuare il massacro di bambini? Nein. Ha parlato di riconoscimento dello Stato Palestinese? Net. Ha forse parlato di genocidio? Neppure, ci mancherebbe altro. Ma, ha preannunciato almeno una qualunque iniziativa a sostegno dei palestinesi e contro Israele? Neanche per sogno.

Allora cosa ha detto? In pratica nulla. Si è dichiarata indignata per la sproporzione della risposta israeliana. Aggiungendo una frase che definire squallida è un ossimoro: “mentre gli altri votano mozioni, noi salviamo bambini”. Una specie di lavanda similgastrica della coscienza. E poi? Poi il nulla, sconfiggendo le leggi della matematica, si è moltiplicato. Nulla su: salari, potere d’acquisto, crollo della produzione industriale, dazi, sicurezza, immigrazione ecc. ecc.

Chiaro è. Parlare dall’opposizione e farsi gonfiare le vene del collo, è molto più facile che parlare nelle vesti di chi ha il potere di fare. E così fra il solito vittimismo sfociato in un altrettanto solito attacco alla magistratura e un sviolinata a se stessa sul nuovo ruolo e la nuova centralità dell’Italia, passando da una fila di parole rappresentanti il nulla e intermezzate dalla sua lingua che freneticamente bagnava le labbra (Crozza avrà lavoro) si è beccato gli applausi dai rappresentanti della peggiore categoria politica italiana.

Ah dimenticavo: va detto che quella sbandierata nuova centralità dell’Italia sparisce quando qualcuno pretende che venga esercitata e che dia frutti. La risposta dei destri, compresi i loro giornalisti, è sempre la stessa: cosa pretendete che l’Italia possa… E così diventa la centralità di questa reverenda cippa, del voglio ma non posso, del piccolo vaso di coccio in mezzo agli elefanti. Più che centralità mi sembra che la posizione sia quella del cesso in fondo a destra 

Giancarlo Selmi