ANCE Confindustria, la più rappresentativa associazione dei costruttori del nostro Paese, ha passato in rassegna, articolo per articolo, il disegno di legge delega che, nelle intenzioni di palazzo Chigi e del viceministro alle finanze Maurizio Leo, dovrebbe tagliare il traguardo della definitiva approvazione entro maggio per poi tramutarsi in più decreti delegati del Governo nei successivi 24 mesi per la riforma tributaria di sistema
Il primo responso suona complessivamente positivo, ma non mancano le puntualizzazioni con cui una categoria imprenditoriale, decisiva per la ripresa degli investimenti nel territorio italiano, vuole evitare la ripetizione dei pesanti errori di un passato tuttora incombente sui conti pubblici e sulle stime di crescita.
Il riferimento, esplicito, è naturalmente alla proliferazione di atti correttivi, interpretativi e restrittivi, non di rado con retroattività, in materia di bonus edilizi e di superbonus al 110% in special modo.
Sono ben 19 gli interventi che si sono susseguiti nella disciplina di questo strumento immaginato per rimettere in moto il settore edilizio subito dopo la prima ondata pandemica, portando a 25 il numero delle modifiche con le quali di volta in volta famiglie e condomini committenti, imprese incaricate e intermediari finanziari si dovevano confrontare per non incorrere in sopraggiunte irregolarità.
A oggi, puntualizza tristemente Ance, “decine di migliaia di imprese sono a rischio, e con esse centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
L’associazione dei costruttori invita pertanto il Governo a ripristinare la piena vigenza cogente dello Statuto dei diritti del contribuente, molto spesso disatteso, e a riporre maggiore fiducia nei confronti degli attori del sistema economico laddove vi siano i presupposti per ottenere un legittimo vantaggio fiscale a fronte di scelte di consumo e di investimento virtuose e ammesse dalla legge.
Ciò premesso, le rappresentanze delle imprese di costruzioni plaudono alla proposta di riscrittura dell’Ires, l’imposta sulle società, alla previsione di un rafforzamento della deducibilità degli interessi passivi, in pratica gli oneri finanziari, dalla base del reddito imponibile e alla statuizione di un’aliquota ridotta in corrispondenza di investimenti innovativi e di nuove assunzioni, “con l’auspicio – precisa Ance – che le agevolazioni fiscali si traducano altresì in un abbassamento degli oneri anche sociali a carico delle aziende e siano accompagnate da misure contestuali a favore dei lavoratori già occupati”.
Le aziende edilizie aderenti a Confindustria auspicano inoltre che la regolamentazione delle cosiddette società di comodo venga ulteriormente specificata in modo da fissare delle cause di esclusione dalle agevolazioni che siano tassative e contrastino gli abusi.
La categoria si sofferma poi sul mercato delle locazioni, il cui potenziale in Italia rimane nettamente più basso al confronto con il resto dell’Europa, e chiede l’estensione del meccanismo della cedolare secca: “Una politica delle locazioni efficace – si legge nel documento che racchiude il parere consegnato al Parlamento e al Governo – deve puntare a due obiettivi: potenziare l’offerta di abitazioni in locazione, in modo da allineare il mercato italiano al mercato europeo, caratterizzato da un’offerta quantitativamente molto più alta; e migliorare la qualità in modo da soddisfare le sopraggiunte esigenze abitative che, nel corso degli ultimi tempi, anche a seguito della pandemia, hanno subito un’evoluzione importante, orientandosi sempre più verso soluzioni sul genere coworking e residenzialità condivisa. Tali bisogni possono essere soddisfatti unicamente da operatori professionali, gli unici in grado di offrire soluzioni integrate e di qualità, e che oggi, invece, scontano una tassazione elevata e penalizzante”.
Relativamente ad altri non meno importanti aspetti racchiusi nella delega, Ance torna a sollecitare interventi che garantiscano la neutralità dell’IVA lungo tutta la filiera delle costruzioni, oltre alla parola fine da apporre al regime dello “split payment”, che non pochi problemi di liquidità ha causato alle aziende del settore.
Infine, sempre rimanendo in tema di imposte indirette, i costruttori di Confindustria plaudono alla unificazione delle varie voci ipotecarie, catastali e di bollo in un solo tributo fisso, e propongono che lo stesso venga neutralizzato in riferimento alle operazioni, compiute da operatori specializzati, finalizzate al trasferimento della proprietà di immobili obsoleti ed energivori che vengono acquisiti per essere avviati a processi di rigenerazione urbana”.
Un capitolo, quest’ultimo, di prioritario rilievo per il Pnrr, le cui risorse, per la quota a rischio di non poter essere spesa con tempestività, potrebbero essere ricollocate, nel confronto con l’Unione Europea, per finanziare alcuni capitoli in conto investimento della delega fiscale.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




