Riforme, M5s: “Calderoli vuole Parlamento ridotto ad appendice del Governo”

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Oggi il ministro Calderoli svela quale potrebbe essere la riforma costituzionale che ha in mente il governo: quello che lui chiama ‘il governatore d’Italia’. Un presidente del Consiglio ‘eletto direttamente dal popolo però collegato a una coalizione di governo che gli garantisca una maggioranza certa’ nelle Camere. Così il Parlamento, l’organo che rappresenta la sovranità popolare e che approva le leggi, viene ridotto ad appendice del governo. La maggioranza parlamentare si formerebbe con il premio di maggioranza attraverso il trascinamento del candidato presidente vincitore

Addio ad ogni forma di autonomia del Parlamento e alla separazione dei poteri. Non funziona così nelle democrazie compiute, nemmeno in consolidati modelli presidenziali o semi presidenziali. Negli Usa e in Francia, con accorgimenti diversi, le elezioni per il presidente e quelle per le Camere hanno dinamiche diverse e autonome. Se questo è il disegno del governo, è chiaro che, a dispetto di quanto afferma la premier Meloni, lo scenario voluto dalla destra è quello di ridurre il Parlamento a un ferro vecchio: da una parte l’autonomia differenziata che priva di competenze fondamentali lo Stato centrale, dall’altro il ‘governatore d’Italia’ che rende il governo definitivamente dominante rispetto alle Camere.

L’unico potere che Calderoli riconosce al Parlamento, o meglio a una parte di esso, è quello della sola maggioranza di cambiare il premier. Ma di cosa parliamo? Di un premier scelto dai cittadini ma poi sostituibile a certe condizioni solo da alcune forze politiche? O Calderoli dice una cosa non vera oppure, oltre che una riforma sbagliata per l’Italia, sarebbe anche un pasticciatissimo scarabocchio costituzionale.

Ci auguriamo che il contenuto del futuro dibattito possa essere di maggiore spessore”. Lo affermano i componenti M5s nelle commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino, Pasquale Penza e Riccardo Ricciardi.