Estrapolato dal libro “E’ arrivato DIO” Pubblicato anno 2022
…anche lei è qui ed ha chiesto di poter parlare!
Sono Roberta Ragusa così mi chiamavano in vita. Quando in quella gelida notte arrivai qui ero stordita più che frastornata. Stordita dai ceffoni pugni e cazzotti che quel aguzzino di mio marito mi aveva inflitto. Il dolore era così tanto ma tanto che non avevo più fiato di urlare.
Urlavo urlavo e più urlavo più le prendevo prendevo. Forti pugni mi avevano fratturato la mandibola e non riuscii più a sentire niente, dal dolore svenni e mi ritrovai qui. Oca, come son stata oca, oddio diciamocela tutta tutta tutta, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e quella fui. La mia famiglia per me era il mondo fatato ma ben presto capii di chi mi ero innamorata.
La famiglia di lui era fredda e disinteressata ad ogni malefatta che faceva mio marito, sempre pronti a difenderlo, ma state attenti, anche a voi spetta la giustizia divina. Ai miei ragazzi dico, sorvegliate la vita, non fate come me, essere ciechi non porta a niente. È andata così ma la prossima vita sarò più sveglia e certe cose le valuterò non bene ma meglio.
Figli adorati siete e lo sarete sempre però un poco mi avete delusa e non dico altro. Grazie a tutti tutti tutti i miei parenti che si sono impegnata alché avessi giustizia. Alle mie cugine un abbraccio caldo così come piaceva a me. Non piangete ora sono in pace e più viva di prima.
A lui, l’orco, a te dico; chi la fa l’aspetti.
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dal mondo fio



