Roccaraso, negli hotel fioccano disdette “Clienti spaventati”

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Turisti e residenti in fuga per paura di una nuova “invasione” di pullman oggi. L’ombra del riciclaggio dietro l’assalto al paese abruzzese, si indaga su troppi pagamenti con banconote da 20 euro. “Al bar ho visto tirare fuori mazzette di soldi”.

La vera novità, dicono i pochi che passeggiano nella piazzetta di Roccaraso semideserta nel vento gelido, con turisti in fuga e hotel assediati dalle disdette, sono i bagni chimici, finalmente apparsi ai piedi della salita verso l’Aremogna, su quei prati a volte con un po’ di neve dove i gitanti del mordi e fuggi consumano la loro scampagnata. Tra slittini, buste di plastica per scivolare su cunette ghiacciate e barbecue al seguito.

Una sfilza di cabine water rosse fiammanti per evitare che oggi, quando l’invasione si ripeterà, si verifichino scene drammatiche di persone costrette a defecare e urinare all’aria aperta, come è accaduto il 26 gennaio, la “domenica maledetta”. “E come altro volete chiamarla? Dopo quel casino per noi è un stato sabato nero, non ho venduto niente”, sbotta Maria, proprietaria di un alimentari sul corso di Roccaraso, mozzarelle, arrosticini e porchetta doc.

Già, perché a una settimana di distanza dalla “calata” dei 250 pullman provenienti da Napoli, organizzati sui social da una schiera di tiktoker e “trainati” dall’influencer Rita De Crescenzo, trasferte sulle quali si sono accesi i fari della procura di Napoli con il sospetto di un giro di riciclaggio, Roccaraso ieri era semivuota. «Davanti alle immagini di quella folla, della sporcizia, dei video sui social, i nostri ospiti si sono spaventati e hanno di disdetto le stanze, un vero danno, non era mai successo”, dicono all’hotel “Il riccio”, alle porte di Roccaraso. Anche all’hotel “Swiss”, nella strada principale ancora rallegrata dalle luci di Natale, Eleonora, la proprietaria conferma: «Molti dei nostri clienti ci hanno chiamato preoccupati e alcuni hanno preferito spostare le prenotazioni».

Francesco e Rossella, napoletani e sciatori, a Roccaraso vengono da sempre. Francesco: «Mio padre costruì qui le prime case negli anni Settanta, era un posto autentico. Il turismo della domenica, dei pullman, c’è sempre stato, oggi però ha raggiunto numeri e aggressività mai visti prima. C’è da preoccuparsi». E’ questo il fulcro, il cuore del problema, i cui risvolti opachi sono ancora tutti da indagare.

Cosa c’è dietro l’invasione di domenica scorsa? E’ vero che un fiume di banconote tutte da 20 euro avrebbe inondato bar e tabaccherie di Roccaraso, facendo scattare l’ipotesi che si trattasse o di soldi falsi o comunque di provenienza da accertare? Di fatto oltre agli evidenti danni all’ambiente, sulla giornata di domenica 26 gennaio 2025 carabinieri e guardia di finanza hanno deciso di indagare.

Da una parte infatti i commercianti affermano di aver guadagnato poco,visto che i pullman organizzano il tutto compreso con il pranzo al sacco a venti, trenta, ma in alcuni casi anche a dieci euro. Dall’altra un fiume di soldi in banconote da piccolo taglio sembra essere entrato nelle casse di Roccaraso, oltre 150mila euro in un solo giorno. C’è stata evasione fiscale? Pagamenti in nero?

Racconta la cameriera di un bar del centro: «In quella bolgia pazzesca io ho visto pagare sia con contanti che con carte di credito. Ma ho visto anche persone che tiravano fuori mazzetti di banconote. Sono rimasta sorpresa perché si tratta di turisti che di solito spendono pochi euro». Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, getta acqua sul fuoco: «Non ci sono indagini in corso, è normale che girino contanti quando si prende un caffè o un panino».