Il consiglio regionale, dando il via libera alla norma, ha stabilito che i presidenti dei nuovi Enti riceveranno una retribuzione pari all’80% dell’indennità del presidente della Regione e i componenti del direttivo al 40%.
I membri del direttivo dovranno invece “accontentarsi” di poco più di quattromila euro. Incarichi della durata di cinque anni e rinnovabili per una sola volta. Un presidente, una volta nominato, potrebbe così godere di oltre ottomila euro per ben dieci anni.
A nominare il presidente sarà l’assemblea dell’Egato, composta dai sindaci, e a quanto pare potrebbe anche scegliere proprio uno degli stessi sindaci. L’assemblea sceglierà poi i membri del direttivo, che a loro volta, con una procedura a evidenza pubblica, sceglieranno il direttore e il revisore unico.
Per la giunta giallorossa di Zingaretti la legge sulla nuova gestione dei rifiuti è un successo. A Roma e nelle cinque province laziali, i nuovi enti si occuperanno di pianificare i fabbisogni e di assegnare i servizi per la gestione integrata del sistema dei rifiuti.
“Con la legge sugli Egato completiamo il processo di riforma normativa del settore dei rifiuti. La Regione fornisce leggi e regole chiare, ma tutte le istituzioni e gli enti devono fare la propria parte e realizzare gli impianti pubblici necessari per la sostenibilità del sistema dei rifiuti”, dichiara l’assessore regionale ai rifiuti Massimiliano Valeriani.
Dalla Regione aggiungono quindi che non sarà più il singolo Comune ad affidare la gestione dei vari servizi, ma sarà l’Egato a organizzare la gestione integrata e autosufficiente del sistema dei rifiuti all’interno del proprio ambito territoriale ottimale.
“C’è il concreto timore – affermano i consiglieri regionali di FdI – che i consigli direttivi degli Ato siano l’approdo di tanti non eletti o non candidati”. Di più: “I costi andranno a gravare sulla Tari”.
Clemente Pistilli



