Ronaldo e Manchester United vicini alla rottura: il portoghese rifiuta la panchina

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Il futuro di Cristiano Ronaldo pare sempre più lontano da Manchester. L’ultimo strappo in occasione del derby: in occasione della partita contro il Manchester City, il portoghese che si è rifiutato di sedere in panchina, decidendo – nello stupore di compagni e dirigenti dello United – di volare in Portogallo.

Una fuga destinata a complicare i rapporti, già tesi, con il manager dei Red Devils, il tedesco Ralf Rangnick, criticato pubblicamente non meno di un paio di mesi fa dallo stesso CR7. All’epoca le parole di Ronaldo, che aveva confessato la sua frustrazione per il rendimento della squadra (“Non sono tornato a Manchester per arrivare settimo”), erano state liquidate come uno sfogo passeggero. Ma le ultime settimane non possono che aver confermato sia il malcontento del giocatore sia i dubbi del club.

Perché, se è vero che finora l’ex Juventus ha segnato 15 gol in 30 apparizioni, dal suo ritorno in Premier League dopo il triennio con la maglia della Juventus, è altrettanto vero che nelle ultime 10 uscite ha trovato la porta una sola volta. Un’evidente flessione che sta sollevando interrogativi sulla sua competitività ai più alti livelli.

Come evidenziato dal suo ex compagno, oggi commentatore tv, Gary Neville: “Cristiano resta un grande attaccante, ma sarebbe lontanissimo dall’avere una maglia da titolare in una squadra come il City”. Un giudizio evidentemente condiviso anche dal suo attuale allenatore, Rangnick, che alla vigilia del derby contro il City aveva deciso di farlo accomodare in panchina: “Devo aver fiducia dei miei medici, e quando venerdì mi hanno detto che Ronaldo non era disponibile per infortunio, ho preso le mie decisioni”.