Lo ha detto il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, Carlo Cottarelli.
“Non c’è molto che si possa fare nell’immediato – spiega l’economista -, tranne portare al massimo l’estrazione dai nostri pozzi e riaccendere le centrali a carbone: non è piacevole ma nell’emergenza può essere accettabile. E poi si può cercare di rafforzare i flussi dei gasdotti che arrivano dal Sud. Ma stiamo parlando di 28 miliardi di metri cubi, non sono certo facili da trovare”.
Infine, sulla scelta di non proseguire più sul nucleare, Cottarelli dice: “Credo che rinunciare sia stato uno sbaglio, soprattutto fermare la ricerca che negli altri Paesi è andata avanti. Ma vale lo stesso per il gasdotto Tap, che è stato contestato a lungo, per le energie rinnovabili frenate dalla burocrazia, per tutti i paletti che sono stati messi al fotovoltaico. Decidiamoci, se vogliamo andare tutti a piedi siamo liberissimi di farlo”


