Saccardi: “In Toscana inaugurati quattro nuovi ospedali”

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Finisce in Toscana un quarto delle “fughe” di pazienti liguri: 7.740 ricoveri nel 2018, per i quali la Regione Liguria ha sborsato 38 milioni di euro. Che cosa attrae così tanto i residenti soprattutto dello Spezzino? Stefania Saccardi, assessora alla Salute nella giunta di centrosinistra guidata da Enrico Rossi, è prodiga di numeri.

La Toscana nel 2018 è salita dal quarto al terzo posto, dopo Veneto ed Emilia-Romagna, nella graduatoria Lea (livelli essenziali di assistenza). I tempi di attesa per le prestazioni chirurgiche sono in media fra i più bassi d’Italia. Nell’80% dei casi i pazienti di oltre 65 anni con frattura del collo del femore vengono operati entro 48 ore: la media italiana è 60, la Liguria è sotto la media.

Nel 2018 la Toscana è risultata la migliore nel confronto Icm-Icp, ossia nella combinazione virtuosa fra casi clinici ad alta complessità e degenze più brevi dello standard.

Quali sono i vostri poli di attrazione?
«Io sono fiorentina nell’anima – dice Saccardi, ex Pd passata a Italia Viva – ma se avessi un bambino o un adulto con problemi cardiaci lo manderei a Massa, dove la Fondazione Gabriele Monasterio (Regione-Cnr) gestisce un ospedale monotematico che è un’eccellenza assoluta nella cardiologia e nella cardiochirurgia. Perché non dovrebbero andarci gli spezzini, che sono a un passo?».

Nel frattempo alla Spezia il cantiere dell’ospedale Felettino è fermo da 5 anni.
«Nelle ultime due legislature abbiamo inaugurato quattro nuovi ospedali, a Massa, Lucca, Prato e Pistoia, rinnovato il Careggi e il Santa Maria Nuova di Firenze e parti importanti dell’ospedale di Grosseto. Il Noa, il Nuovo ospedale delle Apuane, a Massa, è tecnologicamente molto avanzato».

Però nel 2018 avevate un disavanzo di 31,9 milioni e il ministero vi ha richiamato per la mancata copertura delle perdite pregresse.
«Il disavanzo è già stato ripianato e il richiamo riguardava gli investimenti degli anni passati. Paradossalmente una Regione che ha investito di più sull’ammodernamento di edifici e tecnologie rischia di avere un disavanzo maggiore perché deve utilizzare la sua quota del Fondo sanitario non solo per le spese ordinarie, ma anche per gli investimenti».