Una donna di 38 anni è morta dopo aver consumato una conserva in una sagra a Cagliari
Le analisi hanno confermato la presenza di botulino, una tossina rara ma potenzialmente letale. E se quel vasetto venduto con leggerezza è diventato un’arma, la domanda ora è una sola: chi avrebbe dovuto controllare? E perché non lo ha fatto?
L’allarme lanciato da Adiconsum
A lanciare l’allarme è stata Adiconsum Sardegna. “Gli eventi si moltiplicano, ma i controlli igienico-sanitari sono insufficienti”, ha dichiarato il presidente Giorgio Vargiu, invocando ispezioni a tappeto tramite Nas e Asl. Il botulino non è solo un caso sfortunato: è il sintomo di un sistema che, nei fatti, si regge sull’autoresponsabilità e sulla buona volontà.
Chi dovrebbe controllare le sagre?
Il controllo dell’igiene nelle sagre è affidato principalmente a tre soggetti pubblici:
le Aziende Sanitarie Locali (ATS, ASL, AULSS, ASP a seconda della regione), che rilasciano le autorizzazioni temporanee e verificano il rispetto delle norme igienico-sanitarie;
i Carabinieri del NAS, che intervengono in caso di sospetti gravi o segnalazioni;
i Comuni, che autorizzano l’evento e possono chiedere il parere igienico-sanitario.
A questi si aggiungono gli organizzatori stessi, spesso Pro Loco o associazioni, che sono responsabili della sicurezza alimentare anche in presenza di volontari non professionisti.



