Sala: “Chiudere le città per movida? No, casi ancora limitati”

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“Sono stato il primo a riprendere i ragazzi, a richiamarli all’attenzione anche perché l’apertura ci serve ed è un investimento per tutti. Da qui a dire che per quello che abbiamo visto bisogna immaginare di chiudere, direi di no. Mi paiono casi ancora limitati”. Lo afferma il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ospite della trasmissione ‘Non è un paese per giovani’ in onda su Rai Radio 2, a chi gli chiede se alcune scene di movida, viste in diverse città, rendono concreto il rischio di nuove chiusure come invocato da più parti.

Il primo cittadino preoccupato per la ripartenza dei piccoli commercianti, spiega di non essere stato colpito in particolare da una storia, in questo periodo di emergenza, ma di ricevere una grande quantità di messaggi dai ragazzi che gli scrivono: “facciamo fatica a pagare l’affitto”.

Milano “offre grandi opportunità, ma qui costa tanto vivere. Stiamo cercando di aiutare ma non sarà semplice, è difficile inserirci in un accordo tra privati. Il punto è come si rigenererà questa città” e in questo senso Sala non vuole sprecare le buone pratiche del passato. Sarà fondamentale “capire dove vanno gli investimenti” – ambiente e digitale in primis – e “puntare sui giovani”.

Sala si sofferma anche sul tema del nuovo stadio di Milano: “A me la nuova idea che è stata presentata non dispiace, ero più freddo all’inizio adesso non mi dispiace perché lascia molto verde, San Siro in qualche modo rimane e perché apre a molti sport e con un progetto anche di sport gratuiti che va bene per la città”.

“E’ un tema che sarà senz’altro divisivo -aggiunge-. E’ difficile dire a livello di consiglio comunale, e deve passare in consiglio, come verrà preso, io posso solamente dire la mia opinione: sono partito freddo, adesso il progetto mi piace di più. Non siamo ancora arrivati a una sintesi, il tema in discussione sono i diritti volumetrici associati, c’è una discussione aperta”, spiega.

Da interista, Sala è “favorevole” alla ripresa del campionato di Serie A. “Adesso vediamo come si evolverà il contagio, tendenzialmente sono favorevole a una ripresa”, conclude.