Salario massimo al Cnel, Brunetta non perde tempo e si aumenta lo stipendio

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Fioccano aumenti di stipendi al Cnel di Renato Brunetta, disposto a tagliare tutto, ma non la retribuzione del presidente né tantomeno le spese per lo staff.

Appena cancellato il tetto di 240mila euro al compenso dei manager pubblici, infatti, l’ufficio di presidenza del Consiglio nazionale dell’economia, guidato da Brunetta stesso, ha colto l’occasione per chiedere l’innalzamento del limite dei compensi apicali. Un voto su se stessi.

La scorsa settimana è stato così emanato il provvedimento definitivo che stabilisce la nuova soglia a 311mila euro, equiparandola al primo presidente della Cassazione. Il tutto con valenza retroattiva.

Un paradosso, visto che il Cnel, presieduto dall’ex ministro berlusconiano oggi molto benvoluto dal governo Meloni, è stato critico nei confronti dell’introduzione del salario minimo, di 9 euro all’ora, proposto dalle opposizioni.

Aumento da agosto

Il ritocco degli stipendi, secondo quanto risulta dal documento del consiglio di Villa Lubin, verrà conteggiato già dal primo agosto. Un blitz portato al termine senza attendere alcun intervento legislativo da parte del governo, che aveva promesso di regolamentare la questione.

Dopo il caso – svelato da Domani – dell’Inps in cui sono state percepite indennità aggiuntive che hanno fatto sforare il tetto, il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, avevano infatti chiesto alle amministrazioni di non muoversi in ordine sparso per scongiurare il far west. Troppo tardi, però.

Gli appelli governativi sono caduti nel vuoto, sfruttando anche la lentezza di palazzo Chigi e del Mef. Al Cnel avevano fretta.

Il tema stipendio è del resto sensibile a Villa Lubin: l’esecutivo aveva approvato, nel decreto Pnrr del 2024, una legge ad hoc per garantire che un percettore di pensione (come l’ex ministro) al comando di un organismo pubblico potesse ricevere la retribuzione, in deroga (o in barba) a una precedente norma.

Stefano Iannaccone