Salario minimo

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Attualmente in Italia ci sono quasi 1000 contratti nazionali. Al pari, ci sono moltissimi lavoratori che, invece, non godono di una contrattazione collettiva.

Infine, c’è quasi il 70% dei lavoratori che hanno il contratto ampiamente scaduto.Oggettivamente è il caos ed è necessario e improcrastinabile mettere ordine.
In questo quadro ritengo sia corretto introdurre il “salario minimo” a favore di tutti i lavoratori. Rammento che l’84% degli italiani ritiene necessario istituirlo.
Il salario minimo è l’ammontare di retribuzione minima oraria per un lavoratore e che non può essere in alcun modo ridotto da accordi collettivi o da contratti privati

I Paesi europei che non hanno ancora introdotto il salario minimo sono sei. Ma, tranne che in Italia, negli altri Paesi la retribuzione è salita fino al 30%, mentre in Italia è diminuita del 2,6%. Nel nostro Paese i lavoratori poveri sono il 12,5% in aumento. Il 30% dei lavoratori, malgrado abbia un lavoro, non riesce ad avere una vita “libera e dignitosa”, come recita l’articolo 36 della Carta Costituzionale.
Propongo, dunque, di:
– introdurre il salario minimo;
– negoziare la produttività a livello aziendale;
– abbassare il costo del lavoro (cuneo fiscale) in modo significativo.
Queste tre proposte devono necessariamente andare di pari passo. L’una è legata all’altra. In questo modo non si alimenterà ulteriormente l’inflazione che adesso si sta mangiando buona parte della retribuzione.
Si assegni ad una Commissione tecnica formata da esperti del settore l’onere di elaborare una adeguata proposta nazionale e, poi, la si sottoponga, congiuntamente, alle organizzazioni sindacali e alla rappresentanza di Confindustria.
Per il bene dell’Italia tutti lo dobbiamo fare.

Sergio Costa